Se vi stavate dimenticando di quanto siano integerrimi i bardi professionisti dell'informazione che tanto diligentemente stanno coltivando i vostri incubi notturni a colpi di 'scoop' macabri e presentimenti di morte che nemmeno la cartomante Famoso Iole quando si faceva di crack, è tempestivamente giunto Chicco Mentana a ricordare a tutti quale sia la differenza tra chi fa il giornalista di professione e chi invece, come noialtri analfabeti funzionali, si fa abbindolare dalle ridicole fake news dei cialtroni della rete che potrebbe riconoscere al primo sguardo anche un bambino che, al contrario nostro, sa leggere.

Dopo ieri però, persino noi che c’abbiamo ritardi cognitivi gravi, abbiamo potuto riconoscere insindacabilmente la differenza specifica tra un giornalista di rango e i terribili cialtroni complottari come quelli di Byoblu che fingono di fare i giornalisti mentre dovrebbero tacere per sempre perché si fidano di fonti inventate da Trump e non amano il loro paese.
Succede, infatti, che durante l’edizione straordinaria de La 7 sul riot a Capitol Hill negli Stati Uniti, la regia mandi in onda delle immagini un po’ strane.
Nel video che ci dicono provenire dal Campidoglio, si vede un tizio che pare la brutta copia del Mister Bane di Batman, che da fuoco a case e automobili con un lanciafiamme sotto una sassaiola di molotov (ripresa da vicinissimo) e elicotteri che gli girano sulla testa in procinto di (credo) bombardarlo.
L’esperienza e l’occhio navigato di un maestro del settore come Mentana non si comprano al mercato del baccalà in umido di Dobbiaco e non la si trova in un video di Mazzucco sugli allunaggi. La si vede nel momento in cui il (per molti) miglior giornalista professionista del panorama italiano non si accorge che quelle immagini notturne con luci così perfette, talvolta riprese dall’alto con un drone, colorate in post-produzione in blue, e con una regia professionale tangibile anche ai meno esperti, non possano assolutamente essere state girate da un videomaker amatoriale di passaggio.
Anche perché in effetti sono in realtà la scena di un film d’azione.: 'Project X-Una festa che spacca', un film del 2012.

Ora, la stanchezza è una brutta bestia per tutti, ma di fronte al "fatto" che un tizio con un lanciafiamme bruci case da solo e semini il panico per un quartiere intero come in un film ammmericano a caso, e Chicco vacilli sì, ma non metta mai in dubbio la veridicità del video, resta un incredibile mistero che andrebbe ricercato (forse) nella cocaina. Tanto che con Greco si rassicurano sul fatto che il video debba essere stato girato “da qualche altra parte in America”, tipo “in qualche sobborgo” o forse no, perché “i giornali americani ci dicono che queste scene avvengono anche in altri Campidoglio di altri Stati, tipo la Georgia””.
Se questa enorme cantonata del nostro Chicco e della sua redazione vi stupisce anche in minima parte, mi duole comunicarvi che siete fuori dal mondo (reale) almeno quanto Mentana.

Da una parte non volete capire che la distanza dal fatto, come ripetiamo nel nostro documentario Post-Truth, rende gli eventi poco verificabili nel breve periodo, persino per un mega direttore galattico dell’informazione come Enrico Mentana condannato a fidarsi (come tutti) dei resoconti degli altri (“I giornali americani ci dicono che..”).
Dall’altra parte non volete accettare che le cantonate sono proprio elementi intrinsechi del sistema mediatico. Perchè i giornali e i telegiornali (ed ora peggio con le edizioni on-line degli stessi) non hanno il tempo di approfondire.
Non hanno tempo di verificare le fonti prima di “vendere” una notizia infondata perché, da lì a generalmente pochissimo tempo, si deve ‘uscire’.

A carattere di massmediologia viene definito come “il problema dell’immediatezza della stampa”.

Non è una roba nuova a quanto ne sappiamo, quindi forse anche Chicco da qualche parte l’avrà sentito. La fretta di pubblicare (per non perdere lo scoop) è sempre stato uno dei talloni di Achille più macroscopici del giornalismo, talmente evidente che già gli illuministi Diderot e D’Artagnan (😉 cit. Post-Truth) ci avevano messo in guardia dai tempi brevi della stampa a cui opponevano fieramente un’opera che andava nell’esatta direzione contraria. Quella del minuzioso approfondimento, dei tempi di studio prolungati e dell'analisi comparativa (poiché ‘omnicomprensiva’ ) dell’Enciclopedia.