Se ancora non ve ne eravate accorti (io vi ho cercato di avvertire col docu-film Post-Truth, ma voi mi avete dato del complottaro caciottaro), i Mass Media sono in un vortice di degrado senza ritorno. Per essere più accademici: non solo deviano l’attenzione dell’opinione pubblica per dirottarla su falsi problemi o problemi marginali, ma censurano platealmente (o marginalizzano) notizie che non concorrono al rafforzamento della rappresentazione mediatica pretesa dai loro editori.
Per essere ancora più scientifici: fanno schifo al cazzo.

E ogni volta che lo fanno, si smerdano clamorosamente in diretta costantemente come un concorrente del grande fratello.

Ultimamente chi frequenta le tantissime piazze della protesta (una in ogni grande città italiana) si è abituato a cimentarsi in cori, quasi più che stare in curva a vedere l’Atalanta. Dopo un inizio in sordina, poco a poco, ogni piazza ha imparato a dare sfoggio di creatività sia negli slogan che nell’esecuzione (accompagnandoli con tamburi o fiati) per il giubilo, come sappiamo, dei commercianti pro-gp a cui ‘il movimento nogp rovina i sabati dello shopping’ senza che capiscano che se sono (già) rovinati non è a causa del fatto che protestiamo, ma a causa del fatto che ci stanno (anche) impedendo di essere loro clienti.

Comunque, tra i cori che mi sarebbe piaciuto introdurre (ma sarebbe incomprensibile per i cortei italiani) ce n’è uno che mi appassiona particolarmente. È quello che ho sentito cantare durante una manifestazione che passava sul (mi pare) ponte di Brooklin.

La folla gridava: Let’s go Brandon! Let’s go Brandon!” .

E io mi sono chiesto: ma in che senso, Forza Brandon ?

Il motivo per cui negli Stati Uniti cantano “Let’s go Brandon” ci ricollega al discorso iniziale. Cioè al fatto che i Media, scientificamente parlando, fanno schifo al cazzo. Ma li offendiamo solo perché prima lo hanno fatto loro, eh! Quotidianamente. Offendendo la nostra intelligenza e insultandoci quando li sgamavamo di brutto.

Quindi esattamente chi cazzo è Brandon?

In pratica Brandon è Brandon Brown, pilota professionista del campionato automobilistico USA Nascar, che a seguito di una gara vinta a inizio Ottobre è stato intervistato in diretta dalla NBC.

Il povero Brandon è, suo malgrado, diventato un coro dei ‘nogreen pass’ americani. Non perché sia un nouacs dichiarato, ma perché durante la suddetta intervista a un certo punto (min. 1,11 del video sotto) dagli spalti del circuito di Talladega (Alabama) è salito un grande coro che diceva chiaramente (ma lascio a voi la valutazione eh)

FUCK JOE BIDEN, FUCK JOE BIDEN”. Frase che veniva più volte scandita con tanto di tempo tenuto battendo le mani, mentre l’inviata della NBC, imbarazzata, mostrava l’enorme coraggio di dichiarare candidamente che il pubblico stesse invece inneggiando al pilota Brandon Brown, cantando “LET’S GO BRANDON!” .

Cioè, davvero. Guardatevi il video perché siamo oltre Orwell. Cioè è Orwell fuso con Woody Allen in “Bananas”.

Il fatto è che i media in questo momento di crollo di fine impero, oltre a dimostrare quotidianamente di essere bugiardi patologici, dimostrano di essere anche paradossali, non fa che rafforzarci. Questi episodi non fanno che rafforzarci, come movimento. Perchè ci danno sempre più la certezza di avere la Ragione dalla nostra.

Anche perché queste censure da quattro soldi, oltre che paradossali, si rivelano poi anche masochiste. Infatti adesso “Let’s Go Brandon” è ormai diventato uno slogan diffuso in tutti gli Stati Uniti e oltre, utilizzato largamente per mandare a fanculo, in modo netto e inequivocabile, l’amministrazione Biden (e tutta l’industria dell’Informazione), senza nemmeno nominarli direttamente.

https://www.youtube.com/watch?v=u9UjgITXUJ4