Quando il nano che parla al contrario di Twin Peaks, meglio noto come roberto burioni, dice che la scienza non è democratica, ha ragione.
La scienza non lo è democratica. E nemmeno leale. 

O almeno non sembra esserlo stata in svariate occasioni nel corso dei lustri in cui, letteralmente, la scienzah ha buttato fuori strada (facendo anche dito medio), chiunque tentasse di uscire dai percorsi già battuti.
Ma si sa: la scienzah (del capitale) non non ha un gran bel carattere (e non se ne scusa).

Non si è affatto scusata con due noti disagiati psudo-scienziati che d’un tratto durante la loro, fino a lì brillante carriera, hanno deciso di lanciarsi a piè pari nel baratro dell’antiscientismo per il solo fatto di aver fatto una scoperta correlata di studi e dati a supporto.
Sto parlando di due schizofrenici che pippavano ketamina, sebbene fossero stimati professori universitari di elettrochimica.
Martin Fleischmann dell’Univerisità di Southampton (in foto) e di Stanley Pons dell’Università dello Utah il 23 marzo del 1989 annunciarono al mondo, in una conferenza stampa, la scoperta della “fusione fredda”. Spiegarono che era possibile produrre energia con un procedimento elettrochimico “tascabile” di fusione della materia. Parlarono di una fusione ‘naturale’ che non produceva scorie radioattive (quindi pulita e ecosostenibile) e che, per giunta, necessitava di un impianto (una centrale) di piccole dimensioni. Inutile dire che se avessero avuto ragione questa scoperta avrebbe reso totalmente obsolete le gigantesche centrali nucleari odierne condannandole allo smantellamento.

Il problema è che non c’è nessun SE (con buona pace di un ridicolo articolo di WIRED del 2014)
AVEVANO ragione. Solo che lascienzah non era d’accordo.

Negli anni '90, esattamente come oggi, si viveva nell’eccitante estasi che proviene dai furiosi costi sia economici che ambientali derivanti dalla fissione nucleare, e così è chiaro che (giustamente) intorno ai due scienziati che annunciavano la fine di un’era tanto felice e prospera con l’incantevole parentesi di Chernobyll,la comunità scientifica tutta fece terra bruciata intorno ai due che nemmeno dopo aver bombardato con l’agente orange inventato dalla monsanto.
Ma la maxima culpa fu di Fleischmann e Pons che ebbero lo spudorato coraggio di spararla così grossa!
Talmente tanto che solo pochi mesi dopo quell’annuncio i due furono costretti a ritirarsi (per sempre) a vita privata per la vergogna. Per la vergogna, eh! Sia chiaro, mica per altro.

Ciò che accadde loro, fu ciò che è accaduto a Didier Raoult e Giuseppe De Donno recentemente o a Di Bella qualche anno fa.
Vennero ridicolizzati e derisi dall’intera comunità scientifica che fece a gara per pubblicare studi su studi che isolassero i due scienziati. La scienza ufficiale fece a pezzi la scoperta di Fleischmann e Pons. Ve l’ho detto che c’ha un caratteraccio, poverina.

Già il primo maggio del 1989, quindi nemmeno un mese e mezzo dopo la conferenza stampa eretica, il laboratorio BrookHeven in collaborazione con Yale smentì tutti gli effetti misurati dai due scienziati. I laboratori di Harwell (Oxford) seguirono a ruota, così come il DOA, dipartimento di energia statunitense.

Ma la pietra tombale sulla fusione fredda la mise nel 1989 il prestigioso MIT di Cambridge. Ed è qui che comincia la parte interessante..
Se per stroncare l’uso dell’idrossoclorochina contro il C++++ è ‘bastato’ uno studio (poi ritirato!) sulla prestigiosa rivista Lancet che ha preteso di dimostrare che un farmaco usato massivamente in tutto il mondo da 70 anni  causasse suicidi; per la fusione fredda fu il prestigioso MIT di Cambridge a stroncare definitivamente l’esperimento, marchiando un test scientifico riuscito, come una bufala da condannare all’oblio.

Chissà che sorpresona sarà stata poi, per Fleischmann e Pons, scoprire nemmeno un anno dopo, quanto dichiarò (sicuramente sotto metadone) il PREMIO NOBEL Julian Schwinger:La pressione conformista sulla fusione fredda è enorme. Gli editori rifiutano la pubblicazione di documenti scientifici sotto la pressione proveniente da personaggi anonimi”. 
Schwinger non fu l’unico a parlare. A lui si unì Eugene Mallowe, un super-esperto proprio del MIT e scienziato di spicco del settore con un imponente curriculum e ricerche nei più prestigiosi laboratori del mondo. Insomma un altro che evidentemente aveva una voglia matta di rovinarsi la carriera per diventare famoso.
Beh, questo tizio a cui puzzava vivere che all’epoca (1991) era il caporedattore scientifico dell’Ufficio Stampa del MIT (sicuramente un raccomandato) osò bestemmiare che lascienzah non era poi così scientificah.
Si spinse ad affermare cose prive di significato. Tipo che i dati della relazione conclusiva dello stesso MIT sulla fusione fredda erano stati clamorosamente manipolati dai suoi colleghi che avevano volontariamente occultato gli esiti positivi dei test di Pons e Fleischmann.
Cose impossibili senz’altro, perché la scienzah ha sempre ragion
e e mica lo fa per tornaconti! Come potrebbe? Non è nemmeno dotata delle mani per prendere il portafoglio, figurati!
Mallowe si dimise per protesta (sicuramente perché pensava di guadagnare di più vendendo libri) e scrisse “Fire from Ice” in cui denunciava la deliberata soppressione dei dati favorevoli alla fusione fredda. La sorte volle che le sua foga senz’altro anti-scientifica (e forse anche no-vax) venne punita con il sacrosanto martirio per aver indispettito la scienzah, rappresentato da una tempesta karmica di legnate. Morì il 14 maggio 2004, a 57 anni, a seguito di una “tentata rapina” tramite cui alcuni non sconosciuti lo massacrarono a bastonate.
La sfiga, eh! Ve l’ho detto che nelle storie sulla scienzah ci sono sempre un sacco di uomini anonimi che manco in motorino a Scampia?

Con la morte di Mallowe, anche l’ultimo ostacolo all’oblio era scomparso. Ma il pensiero, come cantava Lucio Dalla, è come l’oceano. Non lo puoi fermare, non lo puoi recintare.

E il pensiero arrivò fino in Italia. Vent’anni dopo la famosa conferenza stampa. A Frascati. Sede dell’Ente Nazionale Energia Alternative (ENEA).
Il gruppo di lavoro composto dal prof. Giuliano Preparata dell’Università di Milano, gli scienziati Antonella Deninno, A. Frattolillo e A. Rizzo dell’ENEA e Emilio Del Giudice dell’INFN sviluppa il nuovo rivoluzionario
procedimento di fusione nucleare che utilizza il deuterio al posto dell’uranio  inventato dai due americani e con risultati sbalorditivi.
Tanto che lo stesso Fleischmann scrisse al Nobel Carlo Rubbia, presidente dell’ENEA dell’epoca, che “i risultati raggiunti del team italiano sono veramente impressionanti, e non esagero”.

Questa roba è tutta nero su bianco, eh. Rapporto ENEA 41 del 2002.
L’ENEA certificò con un documento ufficiale che il programma di sviluppo italiano era riuscito a riprodurre in laboratorio sia il guadagno di energia, sia la trasmutazione della materia, quindi la fusione nucleare a freddo, seguendo la via indicata da Fleischmann e Pons. 
Così anche se non ne sapevate nulla, a quanto dichiara il rapporto 41 dell’ENEA,

noi in Italia, vent’anni fa, eravamo in grado di produrre energia nucleare pulita a costi irrisori con un procedimento “più naturale” che avrebbe rivoluzionato il passato, il presente e il futuro. Avrebbe. Se la scienzah non c’avesse quel caratteraccio!

La sua reazione all’esperimento che avrebbe potuto invertire la storia dell’energia italiana e mondiale fu un tantinino fredda.
Ecco, scientificamente glaciale: tipo Zero assoluto.
È il 2002 quando l’equipe di Frascati scrive al presidente Carlo Rubbia che sono finalmente pronti a relazionare i risultati (positivi) della sperimentazione. All’inizio il Nobel li incontra e si complimenta con loro per il buon lavoro svolto, tanto che segue molto da vicino la stesura del rapporto e prepara lui stesso il grafico più importante del rapporto.
Solo che a un certo punto succede qualcosa. Il gruppo di ricerca inizia a diffondere i risultati del loro esperimento. Il team italiano contatta riviste specializzate come Nature e Science (e molte altre) e tutte rispondono loro che “Non è possibile”. Senza mai contestare lo studio nel merito e senza chiedere alcuna review.
Due esperimenti di due equipe diverse eseguono lo stesso esperimento, con gli stessi risultati e NATURE e SCIENCE dicono che "non è possibile"
Questa è la scienzah (del capitale). 

I Media generalisti seguirono a ruota le riviste scientifiche e ignorarono quasi totalmente la notizia. Come affermò Emilio Del Giudice, uno dei fisici che sicuramente assumeva Lsd e venne coinvolto nel gruppo di lavoro all’ENEA: “ ‘Nature’ ha assunto il ruolo non solo dell’informazione scientifica, ma anche IDEOLOGIA SCIENTIFICA”.

A quel punto, e improvvisamente, Carlo Rubbia diventa irreperibile sia per il gruppo di scienziati dell’ENEA che per i giornalisti di RaiNews24, tra i pochissimi a “coprire” l’esperimento. Così in autunno il prof. Preparata e soci scrivono una missiva ufficiale a Rubbia per chiedere di poter continuare la sperimentazione sulla fusione fredda. Purtroppo Rubbia deve aver cambiato indirizzo mail. E forse anche l’ufficio. Perché non risponderà mai.

Il risultato è che nel giro di un paio d’anni i ricercatori dell’ENEA si ritrovano con un esperimento scientifico riuscito (confermato sia in america che qui) e potenzialmente rivoluzionario, privato dei fondi per approfondire gli studi.
Ve l’ho detto che la scienzah c’ha un carattere di merda, o no?

Il prof. Giuliano Preparata che ha curato la sperimentazione, un docente accademico con oltre 400 pubblicazioni e collaborazioni con le più prestigiose Università del mondo (Harvard e Pricenton) interpellato sulla chiusura delle sperimentazioni, rispose come l’ultimo dei barboni alcolizzati che vivono in una cabina del telefono:
La fusione fredda è una realtà oltre ogni ragionevole dubbio. Noi siamo stati boicottati in modo tenace dalla scienza ufficiale, dalla finanza internazionale e da tutti i poteri forti”.

Seee vabbè Prof! Gombloddoh!!