Quanto di ciò che sappiamo, è vero? Quanto è frutto di fonti traballanti o addirittura incerte di cui non ci siamo mai preoccupati? Accade giornalmente con la stampa, disperatamente ancorata all'immediatezza senza approfondimento e alla fonte istantanea perchè foriera di notizie/scoop/contenuti (non importa se verificate). Accade persino con la Storiografia che dovrebbe essere ben più accurata e analitica ma, talvolta, precipita nell'epica.

Parliamo di Eraclito per esempio. Eraclito è uno dei filosofi più famosi e più insopportabili di sempre. Hegel si poteva definire di Scuola Ionica proprio per Eraclito. Autore di massime indelebili come il celebre "panta rei", l'eterno mutamento, Eraclito diceva: "Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume". Ma lo disse dopo quella volta che vide galleggiare degli escrementi vicino a dove faceva il bagno.
Ma diceva anche cose allegre, eh! Come: "Il più bello dei mondi è un mucchio di rifiuti gettati giù dal caso" (inizialmente voleva scrivere cesso).

Ma torniamo alle certezza delle fonti. Eraclito era detto "l'oscuro" e non solo perchè fondamentalmente era un gran rompicoglioni. Ma perchè frammentarie e oscure sono tutte le notizie biografiche che lo riguardano. Perciò per raccontare la sua vita e la sua opera dobbiamo affidarci agli aneddoti scritti su di lui in frammenti, parafrasi e citazioni, raccolti/scritti spesso anche cento anni dopo la sua morte. Fonti che vista la scarsità di riscontri, esattamente come quelle dei giornali, non sono proprio tutte da metterci la mano sul fuoco, ecco..
Quindi come per uno scoop di Repubblica fidiamoci, ma fino a un certo punto.
Anche perchè per rendere tutto più sublimemente complicato, di Eraclito non solo sappiamo poco (e da fonti scarse e non privilegiate) ma sappiamo anche che aveva la bella abitudine di esprimersi in modo oracolare. Tanto da essere soprannominato, anche per questo, "l'oscuro".
Si può dire che l'intera vita di Eraclito sia un enorme punto interrogativo.

Eraclito nasce a Efeso da una famiglia ricca e agiata molto vicina al tiranno. Per alcuni storici nel 540 AC, per altri solo nel secolo successivo. Fu una gestazione miracolosamente lunga.
Suo padre potrebbe essersi chiamato Blisone, Blosone, Erachione o Eraconto. In ogni caso il piccolo Erachione non deve aver passato un'infanzia facile.
Non sapendo come si chiamasse suo padre, va da sè che nemmeno Eraclito sapesse chi era Eraclito.
Questo non gli impedì di manifestare una intelligenza fuori dal comune fin dalla più tenera età poichè già allora affermava, come Socrate, di non sapere nulla. Poi però nell'età adulta la sua posizione mutò radicamente e si vantò di sapere tutto e di non aver imparato niente da nessuno. Gli storici dibattono tutt'oggi sul fatto che da bambino sapesse di non sapere socraticamente o se non sapesse davvero un cazzo.
Da quel ci è dato sapere da schegge di paragrafi in testi semidistrutti di quasi tre mila anni fa, Eraclito fu un uomo altero. Parlava poco e di malavoglia. Spesso rispondeva muovendo solo un mignolo. E quando si decideva ad aprire bocca, parlava per enigmi che facevano incazzare tutti di brutto. Arrivava alle feste a Mileto, diceva una frase che nessuno capiva beo e scappava come dopo aver suonato i citofoni di notte. Ma con aria trionfante.
Eraclito era così, o così sembra. Era un Vittorio Sgarbi, ma più simpatico. Uno che avresti volentieri investito con la biga. Amava il conflitto ("Padre di tutte le cose") e non fece mai nulla per nasconderlo. Anzi. Era un rompicoglioni nato. Il più amabile dei cagacazzo, scrisse Hegel che aveva il suo poster autografato in camera.

Disprezzò sempre Efeso e i suoi concittadini, il popolo e il governo della sua città. E per non farsi mancare niente proprio il genere umano, ecco. Ma soprattutto quelle merde di Efeso!
Pensate che, forse, uno dei pochi episodi certi della sua vita è il seguente citato in ben due frammenti differenti, che con Eraclito è come aver trovato il suo 730 in originale.
Quando i suoi concittadini gli chiesero di esprimere un'opinione sulla concordia, lui salì sulla tribuna, prese una coppa d'acqua, vi immerse delle erbacce di campo sporche di fango, si bevve tutto l'intruglio e se ne andò disgustato (probabilmente a vomitare dietro l'angolo).
Scrisse tanti libri, ma nessuno è mai stato del tutto accertato. E questo, forse, spiega il suo brutto carattere. L'unico di cui si parla è "La Natura", un testo assolutamente incomprensibile e indecifrabile mica solo per noi che c'abbiamo fatto l'ISEF, persino per Socrate che disse che buono era buono, ma non si capiva niente diobono.
Nonostante ciò Eraclito che era un progressista liberal amava sbeffeggiare il prossimo compreso illustri contemporanei come Pitagora ("il principe degli ingannatori") e Omero a cui cagò in testa anche di peggio.

Non era un coglione Eraclito, era solo stronzo. Ma anticipava i tempi. Era il modello ideale di una fattispecie umana che oggi va molto di moda: lo smerdatore delle masse. Ovvero un personaggio che divide il mondo in giusti (gli intelligenti, i colti che definiva "gli svegli") e gli stupidi, rozzi, incolti, in una parola i povery ("i dormienti"). E immaginate lui in quale categoria si metteva e quale altra smerdava dibbrutto?
Sappiamo qualcosa della sua morte. O almeno crediamo anche perchè la sua morte è troppo incredibile per essere vera, anche più della nipote di Mubarak. All'apice dell'odio per i suoi concittadini (che avevano cacciato il suo amico tiranno) Eraclito prende su e scappa da Efeso incazzato nero per vagare ramingo per le montagne, cibandosi di erbe e radici. Solo che si ammala di idropsia (forse proprio per la sua nuova dieta) ed è costretto ad affidarsi ai medici che però aveva apostrofato: " i medici tagliando e bruciando (..) pretendono anche di ricevere una ricompensa pur senza meritare nulla!"

Così, quando i medici gli chiesero che sintomi avesse, lui rispose loro strafottente alla sua maniera oracolare. Allora quelli rimasero lì a guardarlo basiti e lui li sfanculò alla grande perchè non lo avevano capito, poveri coglioni. Che è un po' la storia della sua vita. Ma non è finita qui.
Decise sdegnosamente di curarsi da solo.
Entrò in una stalla e si ricoprì completamente di sterco aspettando di guarire. Solo che quando ne venne fuori, irriconoscibile ma senz'altro guarito, fu divorato da un branco di cani.

O almeno così dice Diogene Laerzio.

Imparate a diffidare delle fonti.