Prospettive Distorte e Controstorie

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Come sapete, negli ultimi due anni mi sono chiesto sempre più spesso come facciano coloro che ancora vivono nel rassicurante lockdown celebrale ad ammettere, a carattere logico, la convivenza di idee in totale contrasto tra loro, senza cadere, nemmeno per un secondo, in un legittimo baratro amletico.
Gli esempi sono molteplici, dopo due anni di psicodemenza e verità di regime che si rivelavano panzane intergalattiche in un battito di ciglia. Il primo che mi viene in mente è l’essere ostinatamente convinti che i sieri magici funzionino e al contempo essere consapevoli (e ammettere candidamente) che i contagi siano aumentati a dismisura proprio nel 2021, a seguito dell’inoculazione di massa (in Italia venne registrato il record di contagi a dicembre 2021).
 
Spiegazioni logiche non ve ne sono. Perché la logica in questo paese è morta di overdose quando hanno mandato selvaggialucarelli a ‘intervistare’ il dott.De Donno.
È come se fossero prigionieri del libro “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler in cui, in sintesi, l’individuo si inventa nuovi mondi illusori per non affrontare la realtà dell’esistenza.
Forse, però, può aiutarci a capire qualcosa (almeno un po’) di questi cervelli lesi, fare dei confronti col passato e, perché no, scomodare Hannah Arendt e il suo celebre resoconto (La banalità del Male) sul processo al gerarca nazista Eichmann.
 
Ora, mi scuso già in anticipo col direttorissimo mentana che sicuramente stasera mi chiamerà per dirmi di vergognarmi e che non devo nemmeno pensare alla Arendt perché non c’entra assolutissimamente niente e che dovrei scusarmi solo di averla nominata perché sono nouac, mica ebreo. Quindi stronzo per scelta.
Però sentite quale negazione della realtà, ma più che negazione quale DOPPIA REALTà vivesse, senza minarne minimamente convinzioni logicamente opposte, un burocrate nazista quale Otto Adolf Eichmann.
 
Quando nel 1961, dopo essere stato pizzicato in Argentina, venne processato a Gerusalemme per crimini contro l’umanità, Eichmann non ebbe alcun problema ad ammettere le nefandezze compiute dal regime nazista e il suo ruolo attivo (e impeccabile) nell’organizzazione di rastrellamenti, deportazioni di massa e campi di concentramento. Una delle cose che colpiscono di più è che questo grigio burocrate, che non faceva altro che eseguire ordini e ambire a una promozione come un normalissimo speranza roberto, sembrava (almeno alla Arendt) fermamente convinto che le sue azioni fossero in realtà un modo per ‘salvare’ gli ebrei. Secondo Eichmann il fatto di essere a capo del “Progetto Madagascar” con il quale il Reich progettava di deportare tutti gli ebrei fuori dall’Europa per trasferirli nell’isola africana, era la prova che egli in realtà operasse per ‘salvarli’ dalla pulizia etnica nel vecchio continente.
 
E fin qui uno potrebbe pensare a un maldestro tentativo di giustificarsi. Ma sarebbe un abbaglio. Eichmann ci credeva davvero nel progetto Madagascar. Nonostante tutto intorno a lui gridasse che era solo fumo negli occhi.
Infatti quando la Corte di Gerusalemme gli mise sotto il naso due documenti del 21 Settembre 1939 che erano passati dalla sua scrivania e che ventilavano la cosiddetta “soluzione finale” senza specificare cosa fosse, Eichmann avrebbe potuto giustificarsi testimoniando che la “soluzione finale” fosse appunto il progetto Madagascar di cui era a capo.
 
E invece dopo aver letto il documento disse senza esitazione che secondo lui “l’obiettivo finale” poteva solo significare lo sterminio fisico e che “questa idea basilare era già radicata nelle menti dei capi supremi”.
 
La doppia realtà. Eichmann avrebbe potuto e dovuto ammettere (perché le due prospettive erano in totale antitesi) che il Progetto Madagascar fosse una finta per depistare l’opinione pubblica e le agenzie internazionali. Avrebbe potuto dire di essere stato ingannato a sua volta.
Ma non lo ammise mai.
Non cambiò mai versione durante il processo, continuando ad affermare che il progetto Madagascar fosse assolutamente in agenda, sebbene in realtà la “soluzione finale” si stesse già attuando non solo in Polonia, ma anche nel resto d’Europa.
 
“Era come se quella vicenda fosse incisa su un nastro diverso della sua memoria, e non c’era ragionamento, argomento, dato o idea che potesse intaccare questa registrazione” scrive la Arendt.
 
La sua memoria era come un magazzino pieno di storie ed avvenimenti, totalmente scollegati tra loro e dunque insondabili in un quadro di insieme.

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Anche oggi a un giorno dall’ “introduzione” del Green Cazz, continuo a dire lo stesso che sia una cagata pazzesca di fantozziana memoria. Cioè, sarebbe una cagata pazzesca se non ci fosse gente che lo prende sul serio e per questo motivo corre a in(o)cularsi. Ma è gente che sceglie di fare da cavia per un siero sperimentale genico (che talvolta ammazza altra gente, ma son cose che capitano suvvia!) per poter andare al ristorante o a teatro o in palestra , o in vacanza, quindi non credo che si possa avere un punto di incontro su nulla e, dunque, devo smettere di stupirmi (anche se è difficilissimo eh) e dire invece che è una cagata pazzesca per chi sa che cos’è la dignità.
Naturalmente il fatto che questa gente non abbia dignità e segua pedissequamente le istruzioni di criminali, non solleva i criminali dall’essere tali e quindi noi dal dover andare in piazza a gridarlo forte e chiaro, eh. 

Come detto quei bravi ragazzi che ci sgovernano capitanati da Palpatine-Draghi stanno bluffando.
E lo fanno perché hanno una fretta del diavolo di convincervi ad andarvi a bucare VOLONTARIAMENTE. Che lo facciate voi di vostra spontanea ( e assolutamente non cagionata) volontà. La fretta è dovuta, come molti avranno sentito , al fatto che a ottobre scadono buona parte dei sieri che abbiamo acquistato di corsa e in quantità spropositate, col risultato di buttare nel cesso milioni di euro (ma che sarà mai: in 18 mesi abbiamo lanciato miliardi dalla finestra per fare tamponi inutili e irregolari, anche ai gatti).

La scadenza che si avvicina (20 ottobre) ho paura che sia un fatto. E lo credo perché lo ha confermato, come al solito, bufale. Net ! Tenetevi stretto bufale . Net e lo stesso fact-checking di Open perché sono bravissimi nel confermare con dati e fatti (nel corpo del testo dell’articolo) quello che negano a carattere cubitali nel titolo, con giri pindarici e balle colossali.

Questi lotti stanno scadendo (ma tranquilli voi della ‘razza superiore’ come alcuni nazi-dementi hanno il coraggio di autonominarsi, speranza ne ha già acquistati tantissimi altri per il resto della vostra vita) e dal prossimo anno Pfiffer e Bill G. hanno già deciso che i loro due innocui (e senza correlazioni) prodotti avranno un rincaro del 25% rispetto a quest’anno nel quale ce li hanno praticamente regalati per salvarci dell’emergenza. (Santi subito!)
Ma non è che possono fare i babbo natale per sempre no, porelli?

Ma non è per questo motivo per cui credo il green cazz sia una mega sòla. Il motivo per cui ne sono convinto sono le leggi che ancora ci sono e proprio l’inquadramento che il DL 105/2021 ha nel quadro legislativo.
Quello di carta straccia che non è ancora stato ratificato dalle camere, essendo un dl, e che a mio avviso è destinato a finire come il decreto di maggio sul C++++ manager nei matrimoni che è miseramente decaduto.
Tutta fuffa incostituzionale, esattamente come lo erano i DPCM o i DL che limitavano le libertà costituzionalmente garantite.
Roba da analfabeti della giurisprudenza che ricattano affinché noi, che per loro siamo più stupidi della merda, si faccia diventare una pseudo-legge incostituzionale una consuetudine come lo è diventata la mascherina nei luoghi chiusi.

Come detto nel post precedente l’Unione Europea ha ESCLUSO qualsiasi discriminazione per chi NON VOGLIA essere inoculato. Paragrafo 36 del regolamento europeo 953/2021.
Se non bastasse il CHIARO INDIRIZZO che la comunità europea ha dato (tra le righe) a questa porcata (che è una porcata ma è una porcata a cui non vi possono costringere se non per vostra volontà, ci sarebbero anche tutta una serie di articoli della COSTITUZIONE con cui questa diarrea legislativa è in pieno contrasto:

Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Art.2 : La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge ( ma la legge deve essere di forza COSTITUZIONALE non un dl o un dpcm- questo per gli analfabeti del diritto che insegnano diritto dalle colonne dei giornali)

Inoltre il green cazz è una normativa interna che si pone in aperto conflitto con la CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA che il trattato di Lisbona del 2009 ha posto al vertice della gerarchia delle leggi e con la riforma del titolo V di dieci anni fa con cui l’Italia si è IMPEGNATA A RISPETTARE gli accordi europei.

Dunque qualunque gestore che vi chieda un pass di qualsivoglia genere e vi sta discriminando di fatto, STA COMMETTENDO UN REATO di cui deve rispondere.
POTETE E DOVETE CHIAMARE LA POLIZIA e far loro presente agli agenti che è loro compito disapplicare una legge che è chiaramente incostituzionale, perché sono a loro volta passibili di denuncia nei loro confronti.

Potete e dovete fare presente alle forze dell’ordine (magari pretendere la sanzione) che l’esercente non facendovi accedere ai suoi locali sta anche INFRANGENDO l’art. 187 Regolamento TULPS (testo unico legge pubblica sicurezza– obbliga gli esercizi privati aperti al pubblico ad accettare TUTTA LA CLIENTELA. Con sanzioni fino a 3000 euro.

PIANTATE DEI CASINI. Lo so che non che non è divertente ma va fatto.

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Tutti ne parlano e tutti lo commentano. Tutti dicono Don’t Look Up!  Questa è la prima recensione per il blog di Giubbe Rosse e non posso esimermi dal cominciare commentando il film sulla bocca di tutti. In primo luogo perché è un lungometraggio frizzante e schizofrenico al punto giusto e in secondo luogo perché è uno di quei lavori che vantano uno spirito che li pervade, una rarità nel Cinema americano contemporaneo. E quello spirito è più divisorio dei pantaloni di pelle di andreascanzi.

Sto parlando naturalmente dell’ultima produzione Netflix firmata dal regista Adam McKay che sta facendo rosicare di brutto sia il popolo dei “narcolettici costituzionali” che non vogliono proprio capire che la scienza e i Mass Media sono disperatamente al servizio del capitale, sia il cosiddetto popolo “complottista” perché il film evidenzierebbe come il delirio quotidiano che viviamo (quello della società capitalistica) non sia il frutto di piani segreti per soggiogare il mondo (come pensiamo noi gonzi-complottari), ma solo ed esclusivamente della sconfinata stupidità e voracità umana.

La storia, come molti di voi sapranno, narra della scoperta di un asteroide in rotta di collisione con la terra e degli effetti che la notizia scatena sulla la politica, la società e sugli astronomi protagonisti dell’avvistamento (Di Caprio e Jennifer Lawrence).

Ma al contrario dell’evento da estinzione che abbiamo avuto il piacere di vedere in un dipinto di poetica in movimento come Melancholia di Lars Von Trier, in cui un pianeta, in rotta di collisione con la terra, rappresenta un Dio-morte, annichilente e inesorabile, l’asteroide al centro della storia di Don’t Look Up appare piuttosto come un elemento salvifico.

Più passano i minuti e più lo spettatore si ritrova a simpatizzare con l’asteroide e a sperare che faccia esplodere il prima possibile (e in uno tsunami di lava) una società fottuta e votata all’autodistruzione. L’evento killer globale dallo spazio è solo un escamotage narrativo per approfondire ciò che davvero interessa ad Adam Mckay: la satira sociale.

Questa black-comedy è la rappresentazione farsesca di un universo-mondo, quasi in stile Simpson, che scarnifica ferocemente l’ipocrisia e la vacuità della società dello spettacolo in cui viviamo.

Il film è un atto di accusa anche nei nostri confronti. Un’accusa di incompetenza nella comprensione della realtà e della perdita di ogni relazione con la spiritualità che ci contraddistinguerebbe come esseri umani e su cui Mckay pone l’accento nella scena dell’ultima cena in famiglia.

Con questa sceneggiatura prorompente e audace, il regista torna alla commedia demenziale (l’apice è nella scena di nudismo-horror finale) con la quale si era fatto conoscere grazie al sodalizio comico con Will Farrell, interrotto recentemente (vivaiddio) da pellicole brillanti e più raffinate come “La grande scommessa” o decisamente agli antipodi come la devastante biografia su Dick Cheney con Christian Bale (che sicuramente sarà un bel film, ma viene voglia di vederlo come viene voglia di andare a cena con davidparenzo).

Nonostante la fotografia standard di questo periodo decadente di Hollywood e il consueto abuso compulsivo della computer grafica, McKay è riuscito a confezionare una commedia demenziale e divertente ma che (dopo due anni di pandemenza), ahinoi, non sembra poi così demenziale.. Una discesa negli inferi del regno dell’incompetenza politica come nel capolavoro di Kubrick, Doctor Strangelove o in Mars Attack di Tim Burton, in cui il Presidente lo interpretava Jack Nicholson (e ho detto tutto).

E con diversi personaggi già iconici. Maryl Streep nel ruolo di Presidente degli Stati Uniti, incarna insieme al fidato figlio-Vicesegretario (Jonah Hill) un duo-demenza degno dei tre virologi che cantano la hit “Sì sì vax”. Per la cronaca sì: Jonah Hill fa sempre il Jonah Hill qualunque ruolo gli diano.

Ma la stupidità, non è solo nel negazionismo della Casa Bianca che pretende di negare l’emergenza con lo slogan del “Non guardare in alto”, da cui prende nome la pellicola. Il problema non è la politica o l’ottusità di quello che in molti hanno riconosciuto come il Partito Repubblicano. Questo sebbene vengano dedicate inquadrature alle foto dei Clinton nell’ufficio presidenziale e il suo “finanziatore platinum” il magnate Sir Isherwell, sia chiaramente ispirato a un dem della Silicon Valley. E sia in definitiva un incrocio tra Steve Jobs, Bill Gates e il Dottor Evil di Austin Powers, che la dice lunga su quanto sia evidente, persino a Hollywood, la bella panzana dei supermegafantamiliardari filantropi che lo fanno per noi.

La forza della stupidità alberga potente nella sala dei comandi e nella smania di affari del business, ma è anche dentro noi tutti. È dell’intero sistema malato in cui imperversa una pandemia di insensibilità e arrivismo che colpisce inesorabilmente anche i protagonisti.

Persino il prototipo del brav’uomo, l’astronomo, “l’esperto” interpretato da Di Caprio (che riesce nell’incredibile impresa di non cannibalizzare il film) si ritrova a subire una profonda trasformazione per cui, in men che non si dica, da serio professore diventa prima un complottaro del webbe e poi un bassetti coi capelli dedito alle comparsate televisive.


Ciò che colpisce di Don’t Look Up, però, sono i dialoghi. Mai banali, una slavina di battute e una scrittura fresca e frizzante.

Ma anche e soprattutto colpisce lo spirito del film di McKay. Il voler raccontare un mondo di mostri inconsapevoli troppo presi dal niente quotidiano per capire di essere sul ciglio di un burrone.

Una metafora (poco metaforica) di un mondo mortalmente superficiale. Come i suoi “giornalisti” e le sue icone e di conseguenza per imitazione, come noi.

E proprio per questo condannato a una crisi morale senza scampo, perché come diceva David Foster Wallace, è l’ironia dei media, il loro nichilismo, il loro cinismo ad averci infettato, insegnato a non credere a nulla, a non appassionarci a niente. Al rifuggire la serietà.

Ciò che colpisce di Don’t Look Up è che colpisce tutti.

E proprio per questo è già un film cult, che piaccia o no. A prescindere da quanto ognuno di noi ci voglia vedere.

Sia che ci si veda un J’accuse contro i movimenti dal basso che rifiutano la logica “scientifica” pandemica, sia che in quell’asteroide ci si veda, invece, l’accecante Verità che è sotto i nostri occhi e che ci rifiutiamo di guardare perché ci dicono di non farlo.

Come quando ci hanno detto di non stare troppo a guardare il bugiardino del consenso informato dei sieri che poi vi facevate strane idee. E vi hanno convinto.

Forse tra qualche anno ci sarà il sequel: Don’t Look the Bugiardino.

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È morto Giuseppe De Donno. Il primario eroe.

Il primario del Poma di Mantova che l’anno scorso era salito agli onori delle cronache perché aveva osato affermare di non aver avuto più decessi per C++++ grazie alla plasmaterapia ed è stato insultato e denigrato (per utilizzare una terapia che utilizzava con successo da vent’anni e che FUNZIONAVA, anche col sacro morbo, in modo economico e con zero controindicazioni) per averne difeso le qualità chiedendo che fosse introdotta nei protocolli sanitari.

E come ricorderete speranza gli mandò i Nas, poi venne sbertucciato da tutti e poi tornò (UN PRIMARIO DI PNEUMATOLOGIA) a fare il medico di base.

A quanto si apprende si sarebbe impiccato nella sua casa di Cuartatone. Lascia moglie e figli, un vuoto che accartoccia lo stomaco e una rabbia violenta che ribolle.

Un medico che sceglie di impiccarsi quando avrebbe potuto tranquillamente scegliere un cocktail di farmaci indolore. Una vita, evidentemente, controcorrente la sua. Troppo per essere credibile.

A prescindere da cosa sia davvero successo, ritengo formalmente responsabili di questa morte il governo italiano, tutti i giornali (a partire dal fatto quotidiano e naturalmente Repubblica) e tutte le televisioni (a partire
dalla Sette di Mentana) che hanno infangato uno stimato professionista distruggendone la reputazione e portandolo alla più “nera depressione”.

Ma per come la vedo io questo è un suicidio quanto lo era quello di David Rossi.

In ogni caso, anche se non foste stati voi, siete comunque i carnefici. Pagherete tutto.

Pagherete anche per la vita di uno dei (pochi) medici che si sono dimostrati veramente eroici in questa storia rivoltante. Uno che è andato contro tutto e tutti solo perché credeva (davvero) nella scienza e nelle cure che aveva sempre utilizzato. Sulla sua esperienza. Non sulle panzane di criminali come Burioni che non potevano allacciargli le scarpe sebbene fosse proprio all’altezza giusto per farlo.

Questo è un giorno nero per tutti. Lo spirito di De Donno lo dobbiamo portare con noi in manifestazione così come la sua memoria. Perchè si è rovinato la vita solo per fare la cosa giusta. E questo è l’esempio degli uomini probi. Degli eroi greci e del fato a cui vanno incontro consapevoli.

Per chi ha ancora gli occhi per vedere e per piangere, questa è l’ennesima conferma.

Anche se lasciamo scorrere le lacrime è tempo che esse cadano sui i nostri pugni chiusi e pronti a combattere.

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Quanto di ciò che sappiamo, è vero? Quanto è frutto di fonti traballanti o addirittura incerte di cui non ci siamo mai preoccupati? Accade giornalmente con la stampa, disperatamente ancorata all'immediatezza senza approfondimento e alla fonte istantanea perchè foriera di notizie/scoop/contenuti (non importa se verificate). Accade persino con la Storiografia che dovrebbe essere ben più accurata e analitica ma, talvolta, precipita nell'epica.

Parliamo di Eraclito per esempio. Eraclito è uno dei filosofi più famosi e più insopportabili di sempre. Hegel si poteva definire di Scuola Ionica proprio per Eraclito. Autore di massime indelebili come il celebre "panta rei", l'eterno mutamento, Eraclito diceva: "Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume". Ma lo disse dopo quella volta che vide galleggiare degli escrementi vicino a dove faceva il bagno.
Ma diceva anche cose allegre, eh! Come: "Il più bello dei mondi è un mucchio di rifiuti gettati giù dal caso" (inizialmente voleva scrivere cesso).

Ma torniamo alle certezza delle fonti. Eraclito era detto "l'oscuro" e non solo perchè fondamentalmente era un gran rompicoglioni. Ma perchè frammentarie e oscure sono tutte le notizie biografiche che lo riguardano. Perciò per raccontare la sua vita e la sua opera dobbiamo affidarci agli aneddoti scritti su di lui in frammenti, parafrasi e citazioni, raccolti/scritti spesso anche cento anni dopo la sua morte. Fonti che vista la scarsità di riscontri, esattamente come quelle dei giornali, non sono proprio tutte da metterci la mano sul fuoco, ecco..
Quindi come per uno scoop di Repubblica fidiamoci, ma fino a un certo punto.
Anche perchè per rendere tutto più sublimemente complicato, di Eraclito non solo sappiamo poco (e da fonti scarse e non privilegiate) ma sappiamo anche che aveva la bella abitudine di esprimersi in modo oracolare. Tanto da essere soprannominato, anche per questo, "l'oscuro".
Si può dire che l'intera vita di Eraclito sia un enorme punto interrogativo.

Eraclito nasce a Efeso da una famiglia ricca e agiata molto vicina al tiranno. Per alcuni storici nel 540 AC, per altri solo nel secolo successivo. Fu una gestazione miracolosamente lunga.
Suo padre potrebbe essersi chiamato Blisone, Blosone, Erachione o Eraconto. In ogni caso il piccolo Erachione non deve aver passato un'infanzia facile.
Non sapendo come si chiamasse suo padre, va da sè che nemmeno Eraclito sapesse chi era Eraclito.
Questo non gli impedì di manifestare una intelligenza fuori dal comune fin dalla più tenera età poichè già allora affermava, come Socrate, di non sapere nulla. Poi però nell'età adulta la sua posizione mutò radicamente e si vantò di sapere tutto e di non aver imparato niente da nessuno. Gli storici dibattono tutt'oggi sul fatto che da bambino sapesse di non sapere socraticamente o se non sapesse davvero un cazzo.
Da quel ci è dato sapere da schegge di paragrafi in testi semidistrutti di quasi tre mila anni fa, Eraclito fu un uomo altero. Parlava poco e di malavoglia. Spesso rispondeva muovendo solo un mignolo. E quando si decideva ad aprire bocca, parlava per enigmi che facevano incazzare tutti di brutto. Arrivava alle feste a Mileto, diceva una frase che nessuno capiva beo e scappava come dopo aver suonato i citofoni di notte. Ma con aria trionfante.
Eraclito era così, o così sembra. Era un Vittorio Sgarbi, ma più simpatico. Uno che avresti volentieri investito con la biga. Amava il conflitto ("Padre di tutte le cose") e non fece mai nulla per nasconderlo. Anzi. Era un rompicoglioni nato. Il più amabile dei cagacazzo, scrisse Hegel che aveva il suo poster autografato in camera.

Disprezzò sempre Efeso e i suoi concittadini, il popolo e il governo della sua città. E per non farsi mancare niente proprio il genere umano, ecco. Ma soprattutto quelle merde di Efeso!
Pensate che, forse, uno dei pochi episodi certi della sua vita è il seguente citato in ben due frammenti differenti, che con Eraclito è come aver trovato il suo 730 in originale.
Quando i suoi concittadini gli chiesero di esprimere un'opinione sulla concordia, lui salì sulla tribuna, prese una coppa d'acqua, vi immerse delle erbacce di campo sporche di fango, si bevve tutto l'intruglio e se ne andò disgustato (probabilmente a vomitare dietro l'angolo).
Scrisse tanti libri, ma nessuno è mai stato del tutto accertato. E questo, forse, spiega il suo brutto carattere. L'unico di cui si parla è "La Natura", un testo assolutamente incomprensibile e indecifrabile mica solo per noi che c'abbiamo fatto l'ISEF, persino per Socrate che disse che buono era buono, ma non si capiva niente diobono.
Nonostante ciò Eraclito che era un progressista liberal amava sbeffeggiare il prossimo compreso illustri contemporanei come Pitagora ("il principe degli ingannatori") e Omero a cui cagò in testa anche di peggio.

Non era un coglione Eraclito, era solo stronzo. Ma anticipava i tempi. Era il modello ideale di una fattispecie umana che oggi va molto di moda: lo smerdatore delle masse. Ovvero un personaggio che divide il mondo in giusti (gli intelligenti, i colti che definiva "gli svegli") e gli stupidi, rozzi, incolti, in una parola i povery ("i dormienti"). E immaginate lui in quale categoria si metteva e quale altra smerdava dibbrutto?
Sappiamo qualcosa della sua morte. O almeno crediamo anche perchè la sua morte è troppo incredibile per essere vera, anche più della nipote di Mubarak. All'apice dell'odio per i suoi concittadini (che avevano cacciato il suo amico tiranno) Eraclito prende su e scappa da Efeso incazzato nero per vagare ramingo per le montagne, cibandosi di erbe e radici. Solo che si ammala di idropsia (forse proprio per la sua nuova dieta) ed è costretto ad affidarsi ai medici che però aveva apostrofato: " i medici tagliando e bruciando (..) pretendono anche di ricevere una ricompensa pur senza meritare nulla!"

Così, quando i medici gli chiesero che sintomi avesse, lui rispose loro strafottente alla sua maniera oracolare. Allora quelli rimasero lì a guardarlo basiti e lui li sfanculò alla grande perchè non lo avevano capito, poveri coglioni. Che è un po' la storia della sua vita. Ma non è finita qui.
Decise sdegnosamente di curarsi da solo.
Entrò in una stalla e si ricoprì completamente di sterco aspettando di guarire. Solo che quando ne venne fuori, irriconoscibile ma senz'altro guarito, fu divorato da un branco di cani.

O almeno così dice Diogene Laerzio.

Imparate a diffidare delle fonti.

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Durante gli anni settanta il cloramfenicolo, un antibiotico batteriostatico, venne messo in commercio col nome di Chloromycetin dalla Parke-Davis e produsse circa un terzo dell’utile globale della società.

Già a quell’epoca però si era a conoscenza che chi assume questo tipo di farmaco corresse un certo rischio di morire di anemia aplastica, una malattia inguaribile del sangue. Per questo motivo il tifo era quasi l’unica malattia che , entro certi precisi limiti, giustificasse veramente l’assunzione di tale sostanza.
Nonostante le forti controindicazioni cliniche, dalla fine degli anni cinquanta ai primi dei sessanta, la Parke-Davis spese ingenti somme per promuovere il suo pezzo forte. In pratica per fare pubblicità al proprio prodotto, come sempre hanno fatto e tutt’ora fanno. Ovvero elargendo percentuali ai medici sulle prescrizioni farmacologiche staccate per i loro pazienti.
Robe che fanno da sempre e che chiunque abbia un amico nel settore sa benissimo e può confermare.

I medici americani, così, prescrissero cloramfenicolo a quasi 4 milioni di persone all’anno per curare patologie come acne, mal di gola e raffreddore. Praticamente prescrissero un farmaco tossico per malattie di bassa pericolosità come se fossero bicchieri d’acqua. Ricorda qualcosa?
A differenza del talidomide, che deforma, però il cloramfenicolo uccide. E così vi furono molte centinaia di vittime negli Stati Uniti senza che il loro vero male fosse mai diagnosticato.
Perchè naturalmente oggi come allora: non c’era correlazione.

La verità però è come l’acqua. Filtra sempre.
Così ci fu una denuncia in senato che portò alla creazione di una commissione al congresso. La commissione costrinse la Parke-Davis a esporre in ogni confezione rigorose avvertenze circa i rischi e i limiti dell’impiego del farmaco. E finalmente l’uso del cloramfenicolo calò vistosamente. Ma solo negli Stati Uniti.

Queste avvertenze, infatti, non furono estese alla esportazioni, perché se sono stati beccati in uno Stato, non è mica detto che ti becchino anche altrove.
Così il medicinale così continuò ad essere usato indiscriminatamente in Messico, non soltanto nelle automedicazioni ma anche su ricetta medica, generando così una razza di germi tifoidei farmacoresistenti che vent’anni dopo si stava ancora diffondendo dall’America centrale al resto del mondo.

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Quello di ieri sembra un incubo che si avvera. Un presagio, un destino manifesto che tutti ci attendevamo prima o poi.
Perchè è ciò che è SEMPRE accaduto.
E proprio perché sapevamo che sarebbe successo, dobbiamo accettarlo e prepararci.
Senza sconvolgerci per azioni delle forze dell'ordine che ben conosciamo. Azioni di cui si parla poco e male ma che finiscono sempre nello stesso modo. Come a Genova, come a Seattle, come in Francia o in Germania, come negli anni della protesta dei lavoratori-schiavi dei primi del novecento, come negli anni settanta, come in qualsiasi azione politica dal basso che contesti davvero il sistema.
Con le cariche su inermi innocenti, l’acqua gelida sparata con gli idranti ad alta pressione (perché i malanni si prendono solo se non porti la mascherina-mica se vieni annaffiato in pieno ottobre) la violenza sadica senza se e senza ma e i bisbigli dei media.
Le botte sono arrivate e altre ne arriveranno. Fanno parte del “gioco”. Sta a noi sapere interpretare il gioco meglio di così..

La sfiga è che quelli a prenderle saremo soprattutto noi. Allo stesso tempo, a trarne vantaggio saremo sempre noi.

Per ogni scandaloso episodio come lo sgombero del porto di Trieste, perderanno prestigio e credibilità. Mentre noi guadagneremo in dignità e unità. Per ogni atto di violenza contro cittadini incensurati che non hanno MAI commesso alcun reato, appariranno per quello che sono: fascisti. Loro sì.

Sono gli stessi fascisti che hanno assaltato la CGIL e che poi abbiamo visto cambiarsi in uno stanzino tramite alcuni video,
sono gli stessi fascisti che erano fuori dal palazzo vandalizzato in tenuta antisommossa e guardavano senza muovere un dito,
sono gli stessi fascisti che c’erano al G8 del 2001 che si macchiarono della “più grande privazione dei diritti umani in Europa dal dopoguerra” come la definì un giornalista inglese che finì nel tritacarne di quegli scontri,
sono gli stessi fascisti che siedono sugli scranni del parlamento vomitando leggi fasciste e si ispirano a Cossiga (un fascista della vecchia scuola) “infiltrarli con violenti e reprimere”,

sono gli stessi fascisti che piangono come comari per due vetri rotti e quattro sedie ribaltate della CGIL, le cui immagini sono lautamente date in pasto agli ebeti a rete unificate e, poi, di fronte a uno sgombero con pestaggio di donne, anziani e lavoratori, sulle loro prime pagine inneggiano ai risultati elettorali di elezioni in cui si votano da soli, relegando al taglio basso i fatti di Trieste (quando va di culo, eh- perché molti nemmeno menzionano la notizia in prima).

Tenteranno in ogni modo di nascondere chi sono davvero e gli zombie tenteranno di non pensarci.

Ma il tempo è dalla nostra. Tutti capiranno. "Time is on My side" cantavano i Rolling Stones.

Così anche se abbiamo tutto e tutti contro, dobbiamo continuare come prima, anzi, con più veemenza.
Perchè sono in evidente difficoltà. Sono alle strette. Sia per le pressioni esterne, che interne (recentemente alcuni carabinieri e militari sono stati fatti uscire dalle caserme perché sprovvisti di greencaz).
È per questo che abbiamo visto una dimostrazione di forza del genere, senza nemmeno cercare un pretesto.

Perchè sanno che la nostra forza sta crescendo di giorno in giorno. Sanno che se non ci piegano adesso, saranno loro a rischiare di spezzarsi.
Sebbene sia un giorno drammatico, l’ennesima pagina raccapricciante di un paese che ha cessato totalmente di essere democratico (da oltre 18 mesi), restiamo positivi.

Perchè per un campo di battaglia che si chiude se ne apre un altro (Ravenna, Modena, Genova).
Questa è una guerra di logoramento. Ma noi siamo uniti. E uniti il logorio è legna da ardere per il fuoco che divampa dentro di noi. Fuoco cammina con me.

Restiamo calmi ma non indietreggiamo di un millimetro. Anzi avanziamo. Verso nuovi livelli di protesta.

Agiamo senza attaccamento emozionale (perché è solo così che possiamo restare lucidi), consapevoli che la nostra singola azione non conti nulla, ma che allo stesso tempo sia parte fondamentale, insieme alle altre, di un tutto armonico che, invece, è la materia di cui è composta la storia del pensiero dell’uomo.


seguimi anche su tlegrm che qui siamo come d'autunno sugli alberi le foglie: t.me / manchegosan

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Quella che segue è la breve storia di Mauro Rango, fondatore del Movimento Ippocrate, una appendice alla parte quinta della serie di post su “Il nemico invincibile” (che è stata cancellata impunemente da FB ma che potete trovare interamente qui sul mio sito)

Per chi non lo sapesse il Movimento Ippocrate e i suoi oltre (oggi) 150 medici affiliati, portando come evidenze dati e cartelle cliniche (sicuramente contraffatte) affermano (ma sicuramente millantano per fare gli ‘sboroni’) di aver curato con le terapie domiciliari, sessantamila pazienti positivi al terribile morbo, che l’ebola e peste nera levateve!, con solo sette decessi.
Lo ripeto: 60.000 (ma per la questura erano al massimo 60) con SOLO 7 DECESSI.
E tutti e sette i decessi, dice Rango, si sono verificati con anziani che hanno chiamato l’organizzazione solo dopo il sesto giorno dall’inizio dei sintomi, quindi quando era troppo tardi (chissà come gli è venuto in mente di restare in vigile attesa così a lungo, non facendosi curare tempestivamente?! BOH)

La vicenda di Mauro Rango è una storia strana. È la storia di un cittadino italiano che vive su un’isola dall’altra parte del mondo (e probabilmente c’è un motivo) che mosso dal (senz’altro insano) senso di ingiustizia decide di dare ascolto a una vocina nella testa che gli dice di fare la cosa giusta. E seguendo quella voce dimostra che un uomo, anche solo uno, può incidere sulla reale. Che non siamo condannati all’irrilevanza. Poi quella vocina è scomparsa con gli psicofarmaci, tranquilli.

Rango non è un medico, proprio come speranza. Non è un medico, ma si occupa di medicina. Con la differenza che Rango è in grado di intendere e volere, speranza è solo in grado di intendere. E anche su quello ci sono studi di “Nature” in corso.

Il negazionista in questione si occupa di Diritto alla salute da una vita. È un uomo che da vent’anni vive su un isolotto delle Mauritius nell’Oceano Indiano e che, grazie alle proprie conoscenze in ambiente medico, organizza trasferte di professionisti e dottori in Africa per operazioni e consulenze sanitarie per opere di volontariato. E solo per queste esperienze di vita, forse si potrebbe azzardare che ha frequentato l’ambiente medico persino più del ministro della sanità che però bisogna ammettere che è laureato in Burracologia applicata.
Così ad inizio 2020, Rango segue le vicende della pandemenza italiana da lontano, ma studia e si confronta con parecchi amici medici che gli confidano che nel belpaese non stiano curando una bella cippa di niente. Medici negazionisti che desiderano la morte dei vecchi, solo per poter rompere i coglioni al Governo e diventare famosi, naturalmente.

Poi il 28 Marzo 2020 arriva il C++++ anche alle Mauritius.

Rango guarda nella tv locale l’appello del Primo Ministro Pravind Jugnauth che raccomanda pubblicamente terapie domiciliari a casa con azitromicina e idross+++++china e terapia con plasma iperimmune in caso di aggravamento. Ammazza aho! Il presidente delle Mauritius era negazionista complottaro livello scie-chimiche già a Marzo 2020! Manco Mazzuccò un anno e mezzo fa osava tanto!!

Misteriosamente, e proprio utilizzando i dannosissimi farmaci vietati in seguito “per precauzione” dal Ministero della Sanità italiana, in 25 giorni le Mauritius (1,5 milioni di abitanti l’isola principale) debella il virus con solo 10 decessi.

Di fronte a numeri del genere, che smentiscono sia speranza che Mentana, una persona savia e ordinata dovrebbe avere il coraggio di ammettere che questo primo ministro negazionista ha veramente goduto di una indecente botta di culo! Una roba abnorme che dovrebbe farlo immediatamente correre a giocare al superenalotto.

Poi però succede una cosa ancora più incredibile. Tanto che sarei quasi tentato di diventare credente perché vedo la mano di Dio in un evento talmente raro da capitare (io credo) ogni 1549 anni. Succede che Burioni fa qualcosa di buono!
Incredibile! Da uno come lui non ce lo si aspetterebbe mai! E cosa fa? Va da Fazio (come al solito) e dice un sacco di stronzate (come al solito), talmente tante che fa incazzare come una tigre Mauro Rango dichiarando che la plasma terapia (come qualsiasi altra terapia proposta che non sia il ‘accino) è una sòla megagalattica

Così dopo aver lanciato il pc dalla finestra, Rango scrive un messaggio di fuoco su whatsapp a 40 contatti di medici italiani che conosce. Il giorno dopo riceve 6mila messaggi di risposta al suo appello e capisce che può e deve fare qualcosa.
Allora torna in Italia incazzato come una pantera (che manco Rocky quando Ivan Drago ammazza Apollo Creed) e fonda il Movimento Ippocrate, un pool di medici che rifiutano il protocollo tachipirina e pregaiddio (pazzi), avvallano cure domiciliari contro il sacro (ed invincibile) morbo (trogloditi) e prescrivono farmaci in coscienza che casualmente sono proprio quelli vietati dal ministero (medici in coscienza? Ma che si sono fumati?).
I loro risultati sono quelli citati sopra.

Succede in seguito che Rango (sicuramente spinto dal solo desiderio di protagonismo) dopo decine di migliaia di pazienti curati (tra cui, afferma R. anche giornalisti famosi ) provi a condividere i risultati di Ippocrate.org sia dentro i palazzi di Roma (afferma di aver contattato personalmente anche degli ex ministri) sia sulla carta stampata. Come potete immaginare, quelli più gentili si limitano a fargli le pernacchie al telefono prima di riattaccare la cornetta.

L’unica che, per qualche ragione, non mette giù, si chiama Angela Camuso. Lavora per Mario Giordano sul 4. La collaboratrice non lo sfancula come gli altri, ma quasi.
Tanto che da maggio ad agosto 2020 ripete a Rango (che la stalkera perché facciano un servizio sui risultati di Ippocrate) che si “deve curare per i suoi disturbi psichici” perché insisteva nel ripetere l’oscena bestemmia che esistessero delle terapie (utilizzate da sempre) ma che il Governo le ostacolasse.E non ci crede perché, dice la povera Camuso: Non lascerebbero mai morire le persone così”.

Alla giornalista, a molti suoi colleghi, (e a molti di noi) sfuggono evidentemente un paio di sciocchezzuole avvenute nella storia della Repubblica..

Solo che poi, a fine estate, succede che la Camuso lo chiama e l’unica cosa che riesce a ripetere, per alcuni minuti, è la parola che inizia per c e finisce per azzo. Ma la seconda cosa è quella più importante: dice a Mauro Rango che ha scoperto che ha ragione e che vuole proporre il servizio a Mario Giordano.

E sapete cosa le risponde Mario Giordano? Ripete alla Camuso le stesse cose che lei ripeteva a Rango (Non lascerebbero mai morire le persone così), arrivando persino a minacciarla di rescindere il contratto.

Per fortuna, un giorno (forse per sbaglio) il giornalista Mario Giordano decide di fare davvero il giornalista. E fa due ricerchine. Basta proprio il minimo dello sbattimento, eh. Perchè è tutto lì nero su bianco.

È così che si arriva ad oggi con Giordano che parla delle terapie domiciliari su Rete4 (l’unico a farlo sulla tv generalista) e la Camuso che si fa riprendere con Erich Grimaldi mentre protesta sotto la sede Rai per la censura di Saxa Rubra sulle cure domiciliari.
Mentre Rango continua sugli scudi la sua crociata. Perché quando hai assecondato la vocina, dopo non si torna più indietro.

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Quando il nano che parla al contrario di Twin Peaks, meglio noto come roberto burioni, dice che la scienza non è democratica, ha ragione.
La scienza non lo è democratica. E nemmeno leale. 

O almeno non sembra esserlo stata in svariate occasioni nel corso dei lustri in cui, letteralmente, la scienzah ha buttato fuori strada (facendo anche dito medio), chiunque tentasse di uscire dai percorsi già battuti.
Ma si sa: la scienzah (del capitale) non non ha un gran bel carattere (e non se ne scusa).

Non si è affatto scusata con due noti disagiati psudo-scienziati che d’un tratto durante la loro, fino a lì brillante carriera, hanno deciso di lanciarsi a piè pari nel baratro dell’antiscientismo per il solo fatto di aver fatto una scoperta correlata di studi e dati a supporto.
Sto parlando di due schizofrenici che pippavano ketamina, sebbene fossero stimati professori universitari di elettrochimica.
Martin Fleischmann dell’Univerisità di Southampton (in foto) e di Stanley Pons dell’Università dello Utah il 23 marzo del 1989 annunciarono al mondo, in una conferenza stampa, la scoperta della “fusione fredda”. Spiegarono che era possibile produrre energia con un procedimento elettrochimico “tascabile” di fusione della materia. Parlarono di una fusione ‘naturale’ che non produceva scorie radioattive (quindi pulita e ecosostenibile) e che, per giunta, necessitava di un impianto (una centrale) di piccole dimensioni. Inutile dire che se avessero avuto ragione questa scoperta avrebbe reso totalmente obsolete le gigantesche centrali nucleari odierne condannandole allo smantellamento.

Il problema è che non c’è nessun SE (con buona pace di un ridicolo articolo di WIRED del 2014)
AVEVANO ragione. Solo che lascienzah non era d’accordo.

Negli anni '90, esattamente come oggi, si viveva nell’eccitante estasi che proviene dai furiosi costi sia economici che ambientali derivanti dalla fissione nucleare, e così è chiaro che (giustamente) intorno ai due scienziati che annunciavano la fine di un’era tanto felice e prospera con l’incantevole parentesi di Chernobyll,la comunità scientifica tutta fece terra bruciata intorno ai due che nemmeno dopo aver bombardato con l’agente orange inventato dalla monsanto.
Ma la maxima culpa fu di Fleischmann e Pons che ebbero lo spudorato coraggio di spararla così grossa!
Talmente tanto che solo pochi mesi dopo quell’annuncio i due furono costretti a ritirarsi (per sempre) a vita privata per la vergogna. Per la vergogna, eh! Sia chiaro, mica per altro.

Ciò che accadde loro, fu ciò che è accaduto a Didier Raoult e Giuseppe De Donno recentemente o a Di Bella qualche anno fa.
Vennero ridicolizzati e derisi dall’intera comunità scientifica che fece a gara per pubblicare studi su studi che isolassero i due scienziati. La scienza ufficiale fece a pezzi la scoperta di Fleischmann e Pons. Ve l’ho detto che c’ha un caratteraccio, poverina.

Già il primo maggio del 1989, quindi nemmeno un mese e mezzo dopo la conferenza stampa eretica, il laboratorio BrookHeven in collaborazione con Yale smentì tutti gli effetti misurati dai due scienziati. I laboratori di Harwell (Oxford) seguirono a ruota, così come il DOA, dipartimento di energia statunitense.

Ma la pietra tombale sulla fusione fredda la mise nel 1989 il prestigioso MIT di Cambridge. Ed è qui che comincia la parte interessante..
Se per stroncare l’uso dell’idrossoclorochina contro il C++++ è ‘bastato’ uno studio (poi ritirato!) sulla prestigiosa rivista Lancet che ha preteso di dimostrare che un farmaco usato massivamente in tutto il mondo da 70 anni  causasse suicidi; per la fusione fredda fu il prestigioso MIT di Cambridge a stroncare definitivamente l’esperimento, marchiando un test scientifico riuscito, come una bufala da condannare all’oblio.

Chissà che sorpresona sarà stata poi, per Fleischmann e Pons, scoprire nemmeno un anno dopo, quanto dichiarò (sicuramente sotto metadone) il PREMIO NOBEL Julian Schwinger:La pressione conformista sulla fusione fredda è enorme. Gli editori rifiutano la pubblicazione di documenti scientifici sotto la pressione proveniente da personaggi anonimi”. 
Schwinger non fu l’unico a parlare. A lui si unì Eugene Mallowe, un super-esperto proprio del MIT e scienziato di spicco del settore con un imponente curriculum e ricerche nei più prestigiosi laboratori del mondo. Insomma un altro che evidentemente aveva una voglia matta di rovinarsi la carriera per diventare famoso.
Beh, questo tizio a cui puzzava vivere che all’epoca (1991) era il caporedattore scientifico dell’Ufficio Stampa del MIT (sicuramente un raccomandato) osò bestemmiare che lascienzah non era poi così scientificah.
Si spinse ad affermare cose prive di significato. Tipo che i dati della relazione conclusiva dello stesso MIT sulla fusione fredda erano stati clamorosamente manipolati dai suoi colleghi che avevano volontariamente occultato gli esiti positivi dei test di Pons e Fleischmann.
Cose impossibili senz’altro, perché la scienzah ha sempre ragion
e e mica lo fa per tornaconti! Come potrebbe? Non è nemmeno dotata delle mani per prendere il portafoglio, figurati!
Mallowe si dimise per protesta (sicuramente perché pensava di guadagnare di più vendendo libri) e scrisse “Fire from Ice” in cui denunciava la deliberata soppressione dei dati favorevoli alla fusione fredda. La sorte volle che le sua foga senz’altro anti-scientifica (e forse anche no-vax) venne punita con il sacrosanto martirio per aver indispettito la scienzah, rappresentato da una tempesta karmica di legnate. Morì il 14 maggio 2004, a 57 anni, a seguito di una “tentata rapina” tramite cui alcuni non sconosciuti lo massacrarono a bastonate.
La sfiga, eh! Ve l’ho detto che nelle storie sulla scienzah ci sono sempre un sacco di uomini anonimi che manco in motorino a Scampia?

Con la morte di Mallowe, anche l’ultimo ostacolo all’oblio era scomparso. Ma il pensiero, come cantava Lucio Dalla, è come l’oceano. Non lo puoi fermare, non lo puoi recintare.

E il pensiero arrivò fino in Italia. Vent’anni dopo la famosa conferenza stampa. A Frascati. Sede dell’Ente Nazionale Energia Alternative (ENEA).
Il gruppo di lavoro composto dal prof. Giuliano Preparata dell’Università di Milano, gli scienziati Antonella Deninno, A. Frattolillo e A. Rizzo dell’ENEA e Emilio Del Giudice dell’INFN sviluppa il nuovo rivoluzionario
procedimento di fusione nucleare che utilizza il deuterio al posto dell’uranio  inventato dai due americani e con risultati sbalorditivi.
Tanto che lo stesso Fleischmann scrisse al Nobel Carlo Rubbia, presidente dell’ENEA dell’epoca, che “i risultati raggiunti del team italiano sono veramente impressionanti, e non esagero”.

Questa roba è tutta nero su bianco, eh. Rapporto ENEA 41 del 2002.
L’ENEA certificò con un documento ufficiale che il programma di sviluppo italiano era riuscito a riprodurre in laboratorio sia il guadagno di energia, sia la trasmutazione della materia, quindi la fusione nucleare a freddo, seguendo la via indicata da Fleischmann e Pons. 
Così anche se non ne sapevate nulla, a quanto dichiara il rapporto 41 dell’ENEA,

noi in Italia, vent’anni fa, eravamo in grado di produrre energia nucleare pulita a costi irrisori con un procedimento “più naturale” che avrebbe rivoluzionato il passato, il presente e il futuro. Avrebbe. Se la scienzah non c’avesse quel caratteraccio!

La sua reazione all’esperimento che avrebbe potuto invertire la storia dell’energia italiana e mondiale fu un tantinino fredda.
Ecco, scientificamente glaciale: tipo Zero assoluto.
È il 2002 quando l’equipe di Frascati scrive al presidente Carlo Rubbia che sono finalmente pronti a relazionare i risultati (positivi) della sperimentazione. All’inizio il Nobel li incontra e si complimenta con loro per il buon lavoro svolto, tanto che segue molto da vicino la stesura del rapporto e prepara lui stesso il grafico più importante del rapporto.
Solo che a un certo punto succede qualcosa. Il gruppo di ricerca inizia a diffondere i risultati del loro esperimento. Il team italiano contatta riviste specializzate come Nature e Science (e molte altre) e tutte rispondono loro che “Non è possibile”. Senza mai contestare lo studio nel merito e senza chiedere alcuna review.
Due esperimenti di due equipe diverse eseguono lo stesso esperimento, con gli stessi risultati e NATURE e SCIENCE dicono che "non è possibile"
Questa è la scienzah (del capitale). 

I Media generalisti seguirono a ruota le riviste scientifiche e ignorarono quasi totalmente la notizia. Come affermò Emilio Del Giudice, uno dei fisici che sicuramente assumeva Lsd e venne coinvolto nel gruppo di lavoro all’ENEA: “ ‘Nature’ ha assunto il ruolo non solo dell’informazione scientifica, ma anche IDEOLOGIA SCIENTIFICA”.

A quel punto, e improvvisamente, Carlo Rubbia diventa irreperibile sia per il gruppo di scienziati dell’ENEA che per i giornalisti di RaiNews24, tra i pochissimi a “coprire” l’esperimento. Così in autunno il prof. Preparata e soci scrivono una missiva ufficiale a Rubbia per chiedere di poter continuare la sperimentazione sulla fusione fredda. Purtroppo Rubbia deve aver cambiato indirizzo mail. E forse anche l’ufficio. Perché non risponderà mai.

Il risultato è che nel giro di un paio d’anni i ricercatori dell’ENEA si ritrovano con un esperimento scientifico riuscito (confermato sia in america che qui) e potenzialmente rivoluzionario, privato dei fondi per approfondire gli studi.
Ve l’ho detto che la scienzah c’ha un carattere di merda, o no?

Il prof. Giuliano Preparata che ha curato la sperimentazione, un docente accademico con oltre 400 pubblicazioni e collaborazioni con le più prestigiose Università del mondo (Harvard e Pricenton) interpellato sulla chiusura delle sperimentazioni, rispose come l’ultimo dei barboni alcolizzati che vivono in una cabina del telefono:
La fusione fredda è una realtà oltre ogni ragionevole dubbio. Noi siamo stati boicottati in modo tenace dalla scienza ufficiale, dalla finanza internazionale e da tutti i poteri forti”.

Seee vabbè Prof! Gombloddoh!!

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Ringraziamo sempre la buona sorte che in piena pandemia mondiale ci ha concesso di avere un grigio burocrate laureato in scienze politiche alla guida del Ministero della Salute. Sempre sia lodato.
Pensate se al posto di geni della virologia che ci hanno miracolosamente salvato le natiche avessimo avuto invece dei dottori con esperienza sul campo a prendere le decisioni per contrastare il terribile morbo. Con le loro strambe idee sperimentali, i loro intrugli olistici e i loro bizzarri medicinali già testati, chissà dove saremmo finiti?! Grazie a dio però c’era speranza a vigilare come un rapace sulla nostra salute e a difenderci da questi millantatori che si giocano la carriera per farci credere di aver trovato delle cure a questa nuova terribile ebola bubbonica che stermina anziani con 3-4 patologie. Lo fanno, sia chiaro eh, per diventare ricchi e famosi alle spalle dei gonzi come noialtri.

Ma vediamo cosa hanno avuto il coraggio di proporre all'immacolato (sia eticamente che sessualmente) speranza.

VITAMINA C

Febbraio 2020. Il dott. Andrew G. Weber, pneumologo presso due ospedali di Long Island pubblica uno studio in cui dimostra che l’utilizzo della vitamina C, anche in fase tardiva, porta benefici enormi nella lotta contro il virus. Per spegnere sul nascere inutili e controproducenti allegrie, tutti i giornali a partire dallo sbufalatore seriale Mentana smentiscono categoricamente (lo ricorderete) che la Vitamina C funzioni e catalogano la notizia come bufala. Il sito ministeriale italiano si accoda e si limita a comunicare che “non è scientificamente dimostrato che la vitamina C prevenga il contagio”. D’altra parte tra Mentana e lo studio di un dottore americano chissàchi, come si fa a credere a quest’ultimo.

VITAMINA D

Nel frattempo, una ricerca condotta dal professor Giannini dell’Università di Padova dimostra che con la vitamina D i ricoveri in terapia intensiva calano dell’80% (la vitamina D che si sintetizza dai raggi solari e che il governo vi ha sapientemente negato rinchiudendovi in casa).

Il Ministero ha tra le mani una “scoperta sensazionale” tutta italiana. E cosa fa speranza? Convoca subito una task force e si dirige di corsa a Padova a incontrare Giannini e appuntargli al petto una medaglia? Apre immediatamente una ciclo di sperimentazioni? Più o meno... Prima di chiudersi in bagno per un attacco di panico, fa dichiarare al Ministero che “non ci sono prove scientifiche che la vitamina D giochi un ruolo nell’infezione da Covid”. Per sicurezza l’AIFA introduce la prescrizione medica per la vitamina D e per impedire che la gente sperimenti ascientificamente su sé stessa pericolosissime vitamine, impone anche lo stop alla vendita di vitamina D per chi non soffra di precise malattie che NON siano il Covid. Cioè: se c’hai l’osteoporosi o l’acne (con un certificato) puoi assumere vitamina D, se c’hai il Covid invece col cazzo che poi stai barando nello sconfiggere la malattia.

 
 

PLASMA TERAPIA

Aprile 2020. Scoppia il caso De Donno. Gli ospedali di Pavia e Mantova osano dichiarare di non avere morti da un mese. Curano con trasfusioni di plasma iperimmune dei guariti annullando i sintomi tra le 2 e le 48 ore.

Per qualche motivo il caso del dott. De Donno (primario di pneumatologia del Carlo Poma di Mantova) vive un momento di celebrità e sale per un attimo all’onore delle cronache, nonostante lo scetticismo intorno a lui si tagli col coltello. Va in televisione. Persino da Vespa che è come la tana del bianconiglio mediatico: entri zanzarologo e ne esci virologo, entri primario e ne esci ciarlatano.

Intanto l’importantissima rivista scientifica Nature conferma la bontà della terapia in un articolo del 7 maggio.

All’Ospedale Bambin Gesù di Roma un bambino positivo Covid, per poter essere sottoposto a un trapianto di midollo, viene trattato dall’equipe del dottor Franco Locatelli con plasma terapia. Il paziente si negativizza e viene operato con successo. La terapia col plasma iperimmune funziona.

Così, uno si aspetta che speranza sia saltato giù dal letto in piena notte e sia corso in mutande a Mantova per caricare sul motorino Giuseppe De Donno e portarlo in trionfo, praticargli massaggi tantrici o affidargli finanziamenti e un pool di ricercatori per approfondire le sue ricerche (condotte in vent'anni di esperienza peraltro).

Invece il ministro speranza, probabilmente ancora terrorizzato dall’aver visto delle automobili passare sotto la sua finestra la sera prima, come ricorderanno tutti coloro che non hanno la memoria di un pesce rosso, gli MANDA I NAS a perquisirgli lo studio. La Stampa, Burioni e il Fatto Quotidiano insinuano che la sieroterapia di De Donno sia una bufala o che il primario stia mentendo perché "in cerca di celebrità". Addirittura (e di questo parlai un anno fa perché era un colpo di classe) si ripete, con “il nano che parla al contrario di Twin Peaks” Burioni, che non è consigliabile utilizzare il plasma perché è “solo una terapia di urgenza per i casi caritatevoli”. Cioè solo i casi disperati. cioè uno che sta "morendo di Covid" non è un caso disperato. Capito? No, perché io dopo più di un anno non ho ancora capito che cazzo significhi.

De Donno (stranamente) risentito e (evidentemente) messo alle strette da pressioni enormi, smette di relazionare i propri risultati e pensieri sui social e poco a poco si dissolve dalle cronache.

Il 20 maggio il Lazio di Zingaretti boccia la proposta di introdurre il plasma iperimmune tra le cure per i pazienti Covid. Nonostante ciò, la notizia ormai è girata a carattere nazionale e speranza sbalordisce tutti dichiarando di voler ‘approfondire la ricerca’ con il “progetto Tsunami”. Oh grande speranza!! Finalmente mitttico!! Questa volta gliela fai vedere a quei menagrami che si chiedono cosa faccia una mente acuta quanto una pantegana di campagna investita sulla provinciale, a capo del ministero della salute.

Peccato (è sfiga oh!) che la sperimentazione non venga affidata a De Donno (e qui risbuca il genio assoluto di s.) ma all’Istituto Superiore di Sanità, composto da tutti quei bei dottoroni che da 15 mesi a questa parte spargono terrore a badilate e telefonano pure per prenotare un altro bilico di incubi direttamente da un libro di H.P.Lovecraft.

Il risultato è che a Settembre 2020 il professor Francesco Menichetti, responsabile della sperimentazione Tsunami, in un appello alle istituzioni lamenta una complessità nelle procedure richieste dall’ISS che ha di fatto segato le gambe alla sperimentazione con il coinvolgimento di appena una decina di ospedali e una ventina di arruolamenti. Più che tsunami quello di speranza è un peto nella vasca da bagno.

Il 15 aprile 2021 l’AIFA boccia la cura con il plasma iperimmune. É notizia dell’altro ieri che Giuseppe De Donno abbia lasciato il suo ruolo di primario di Pneumatologia al Poma per “tornare” a fare medico di medicina generale. Chissà come mai. Grazie a speranza, all’ISS e all’AIFA (che sono tutti la stessa cosa perché facenti riferimento ai medesimi datori di lavoro) , la cura col plasma è per sempre accantonata, sebbene fosse usata già da anni. Una vita non è abbastanza per ringraziarli del loro prezioso lavoro.

 

LATTOFERRINA

All’Università di Tor Vergata sanno benissimo che la glicoproteina cationica chiamata lattoferrina, contenuta nel latte materno possiede enormi proprietà antimicrobiche. Talmente elevate che la sperimentano e scoprono che funziona persino con una influenza così rara e così infettiva che paralizza per decreto i medici che la vogliono curare, togliendo loro i mezzi per farlo e minacciandoli di radiarli dall’ordine. Per questo i cinesi erano così terrorizzati dal virus!

La ricercatrice Elena Campione dichiara che in 10 giorni di terapia scompaiono di sintomi e che in massimo 12 ci si negativizza. L’Università La Sapienza con la professoressa di microbiologia Piera Valenti conferma i risultati ottenuti da Tor Vergata. L’Università del Michigan anche.

A quel punto, dopo la medicina quella vera, arriva il nano che parla al contrario di Twin Peaks, meglio conosciuto come Roberto Burioni, che si affretta a smentire col refrain del «non esiste alcuna evidenza clinica che indichi l’utilità della lattoferrina nel prevenire o curare il Covid-19». Che praticamente è il messaggio che l’Istituto Superiore della Sanità ha registrato in loop sulla propria segreteria telefonica (a seconda della cure mediche proposte da chicchessia) e che AIFA, ISS, Ministero e tutti i televirologi ripetono sempre nella stessa forma con le stesse parole come la litania di uno psicotico.

speranza che di latte materno ne ha preso poco e (chiaramente) pure di affetto, perde le chiavi del motorino in un tombino e passa tutta la settimana a cercare di recuperarle. Così poretto non riesce a raggiungere né l’Università La Sapienza (che se non sbaglio sta nella stessa città del ministero) né l’Ospedale di Tor Vergata (che comunque sarebbe stato troppo distante da raggiungere in motorino). Spiace perché era la terza volta che gli succedeva in un mese.

Così l’idea di approfondire con una sperimentazione questo trattamento medico biologico (sicuramente pericolosissimo), pergiunta scoperto da una DONNA per cui la Boldrini non ha pesato di scandalizzarsi per l’evidente mobbing, finisce nel dimenticatoio. La lattoferrina come la vitamina D e la quercitina non è tutt’ora consigliata dal protocollo ministeriale.

 

CORTISONICI

Il 24 aprile 2020 speranza riceve una lettera firmata da una trentina di medici, professori e ricercatori che, raggianti, gli comunicano che le cure cortisoniche funzionano nella lotta al famigerato virus. È un appello (come lo definiscono loro stessi nel documento) di neurologi come Roberta Ricciardi, professori di farmacologia come Piero Sestili, chirurghi come Stefano Manera o cardiologi come Matteo Ciuffreda (entrambi di BERGAMO) pneumologi, anatomopatologi ecc ecc, che richiamano la sua attenzione sulla necessità di utilizzare nelle fasi precoci una “semplice terapia cortisonica per combattere l’infiammazione”.

Insomma coglionazzi che vogliono solo rompere i coglioni a chi sta lavorando alacremente per proporre assurde terapie che ci sono sempre state. Gente con poca fantasia, magari, ma a cui in altri universi speranza elemosinerebbe ricette per il metadone.

Per una serie di disgraziati eventi il ministro non potè mai né rispondere, né dare alcun seguito alla lettera essendo purtroppo rimasto chiuso dentro un autolavaggio (cit) a seguito di uno spossante attacco di panico.

Al posto del ministero, che praticamente non risponde mai direttamente (se non attraverso il suo ufficio stampa composto di televirologi), controbattè il più terribile dei cavalieri dell’apocalisse della iettatura patologica istituzionale.

Sempre il nano che parla al contrario Burioni a cavallo del suo asino volante non perse tempo ad azzerare ogni vana speranza di noi poveri mortali annichilendo ogni approfondimento sui cortisonici e bombardando questa bislacca idea dall’alto della sua boria e di svariati studi (che sicuramente custodiva nel cassetto della sua cameretta) con un mefitico: “é importante non somministrare ai pazienti terapie non solo inutili, ma addirittura pericolose. Nelle fasi iniziali il cortisone è controindicato”.

Sfiga vuole che poi l’OMS, il 22 Giugno 2020, appena due mesi dopo, confermi tramite uno studio inglese che il Desametasone, un farmaco cortisonico, effettivamente, funzioni per curare il virus.

Culo vuole che nessun giornale o tg riporti minimamente la notizia in Italia e nelle linee guide del ministero dei cortisonici non ve n’è tutt'ora traccia. Che comunque è un gran risultato perché di solito il ministero le vieta espressamente le cure che sembrano funzionare. Ma si sa che la sorte aiuta gli audaci.

 

IDROSSICLOROCHINA

 

Oltre ad avere un nome che rende la pronuncia complessa a caproni complottari, l’idrossiclorochina è anche il cavallo di battaglia del dott. Didier Raoult. Probabilmente il più grande buffone della storia della medicina moderna. Un uomo con delle camicie improbabili (sicuramente non a caso) che è stato zimbellato in oltre 134 stati come uno al primo anno di medicina persino da quelli al primo anno di medicina. D’altra parte quando un mitomane va in giro con quei capelli unti da vecchio hippy sotto LSD anche se è titolare del miglior indice Hirsch del mondo (cioè il criterio di credibilità scientifica) con un tonante 175 non è che ti puoi aspettare che ti prendano sul serio lo stesso. (Per la cronaca Crisanti vanta un incoraggiante 49, Lopalco 33, Capua 48, Ricciardi 39, Boria-Burioni 26). Praticamente ha un indice H superiore a metà dei virologi italiani messi insieme e superiore anche al messia Anthony Fauci, ma se non ti lavi i capelli con la Johnsson & J. non conti una fava.

Si potrebbe azzardare che a carattere scientifico sia persino più autorevole dei fact-checking di Open. No scusate, è impossibile!

Bene. Il 18 marzo del 2020 il prof. Raoult un microbiologo con una carriera trentennale, dozzine di riconoscimenti internazionali e oltre 2300 pubblicazioni, conduce a Marsiglia uno studio su 24 pazienti somministrando idrossiclorochina, un farmaco antimalarico che si utilizza largamente in tutto il mondo da appena appena settant’anni. Lo studio dimostra che il 75% dei pazienti sottoposti a Plaquenil (farmaco della Sanofi da 6 euro a scatola) dopo appena sei giorni si negativizza. Sai mai che gli abbia detto culo, Raoult con altri venti dottori pubblica un altro studio su un migliaio (1000) pazienti Covid trattati con l’idrossiclorochina e azitromicina. Il secondo studio ottiene risultati ancora più netti con il 91,7% dei trattati con plaquenil che ottengono un esito clinico positivo negativizzandosi dal virus nel giro di una decina di giorni.

Dati talmente incoraggianti ed ottenuti da uno scienziato così importante (per tutti tranne che per Mentana) che ne parla persino Trump. E nel momento stesso in cui bellicapelli ne parla, l’idrossiclorochina è automaticamente marchiata con simbolo della bufala (perché non c’è nulla di ciò che dica l’’ex presidente che possa essere vero) e noi, di conseguenza, marchiati con quello dell’ultra-destra per aver solo citato bellicapelli.

Intanto anche in Italia la utilizza il dott. Luigi Cavanna, primario all’ospedale di Piacenza, che afferma di aver avuto in cura oltre 300 pazienti nel marzo 2020 e di averli curati con un farmaco che era già nei protocolli regionali e che poi è stato inopinatamente eliminato da quello nazionale, come afferma in una intervista a Radio Radio in cui asserisce che il farmaco antimalarico “assolutamente funziona”. Per la cronaca Cavanna è lo stesso Cavanna a cui il New York Times aveva dedicato una copertina proprio per la sua lotta al sacro morbo (curando a domicilio con l’idrossiclorochina). Ma è chiaro che se ha ottenuto risultati con un farmaco vecchio di 70 anni (e non di nuova generazione che sono quelli mejo!) è solo perché il primario di Piacenza è un ciarlatano che vuole pavoneggiarsi. Al San Orsola di Bologna cedono alla voglia di pavone di Raoult e Cavanna e senza alcuna motivazione medica/scientifica iniziano ad andare a curare a casa dei pazienti e forniscono il plaquenil direttamente a domicilio in fase precoce. Con risultati sconvolgenti: praticamente tutti guariti, come testimoniato anche da un servizio del TG3 regionale.

Alle stesse conclusioni giunge un altro di quei pericolosi dottori che vogliono circuirci per sfilarci quattrini come il dott.Andrea Mangiagalli di Milano che afferma sicuro che meno del 5% dei suoi pazienti trattati con plaquenil è finito in ospedale e nessuno è deceduto.

A quel punto per arrestare quell’ondata di terribili buone notizie che filtrano un po’ dappertutto, si scomoda nientepopò di meno del messia Anthony Fauci (il numero 2 al mondo per indice H dietro a R.) che contraddice sia Raoult e i suoi colleghi che il suo Presidente che (alla fine) sé stesso. Ma almeno siamo tutti più tranquilli perché poi la speranza agita e si finisce in terapia intensiva intubati che manco te ne accorgi.

Non abbiate speranza, voi che vi in(o)culate.

Fauci smentisce la validità della terapia nonostante vi sia una pubblicazione scientifica del 2005 pubblicata sulla rivista Virology Journal che dimostra che l’idrossiclorochina ottiene ottimi risultati coi virus Sars-Cov a cui il sacro morbo è simile oltre il 90%. E sapete chi era e chi è il direttore del Virology Journal? Tà-dà-dà-dan: sempre Anthony Fauci. Praticamente si è smentito da solo. Benvenuto nel meraviglioso mondo di Crisanti, Tony!

Ma è ovvio che Fauci non basta. Infatti nel giro di pochissimo tempo fioriscono, come a primavera le margheritine di campo, studi su studi su studi su studi volti a dimostrare che assolutamente l’idrossiclorochina non funziona e anzi è pure pericolosa (quasi come bere benzina). Per esempio quello della Oxford University (che è sicuramente un caso di omonimia con la Oxford University che poi si è messa a produrre il siero di AstrAZZ) che afferma che il farmaco non funziona e causa pure reazioni avverse. Solo che poi quando si va ad approfondire come hanno svolto la sperimentazione si scopre che hanno sovradosato il farmaco, causando reazioni allergiche, e che lo davano nelle fasi tardive.

Ma ancora non basta. Così a maggio 2020 arriva Lancet a fare tabula rasa di ogni a-scientificità e dall’alto della sua imparzialità empirica pubblica un incredibile (ennesimo) studio condotto su 96mila (!!) pazienti in cui conclude che l’Idrossiclorochina non solo non cura, ma che aumenta del 35% il rischio di morte in chi la assume. La pubblicazione di Lancet (che in molti identificano con la scienzah) mette a tacere ogni contesa, seppellisce definitivamente l’idrosiclorochina e sconvolge i medici che l’hanno usata per una vita. Soprattutto i vari Raoult, Cavanna e Mangiagalli che NON vengono indagati su dove abbiano nascosto tutti i cadaveri che hanno causato somministrando plaquenil. Ma tenete da parte lo studio di LANCET che ci torniamo.

A quel punto si sbraca totalmente. Così l’Ema si lancia nella commedia demenziale e addirittura afferma che ci sarebbe un comprovato rischio di suicidio per chi assume il farmaco e lo dice per sei (6) casi di “pazienti psicotici che avevano assunto dosi superiori a quelle autorizzate”. Li hanno sovradosati, sballandoli, e poi hanno scritto che era colpa del farmaco. Un farmaco che viene ogni anno usato da centinaia di migliaia di americani. Capito la scienza? Capito come funziona il metodo scientifico che parte sempre da una IPOTESI CHE SI VUOLE DIMOSTRARE?

C’è di buono in questa storia che speranza, per una volta, si mostri attento e reattivo alle istanze della comunità scientifica e senza indugiare un attimo (mica come altre volte) tramite Il ministero recita prontamente: “Sostanziale assenza di benefici, con possibili effetti collaterali anche potenzialmente letali”. Grazie robbè che ti prodighi per difenderci come un rapace, quando non sei ranicchiato sotto il letto.

Così AIFA (la stessa che classifica l’idrossiclorochina come uno dei farmaci più sicuri e utilizzati) sospende la somministrazione del’idrossiclorochina MA SOLO PER I MALATI COVID.

I negativi evidentemente non presentano l’effetto collaterale di diventare pazzi o morti. Didier Raoult viene accusato dall’Ordine dei Medici francesi e testimonia di aver ricevuto minacce da personaggi che lo hanno avvicinato per intimargli di smettere di usare il paquenil. Ma sicuramente lo diceva perchè aveva ricominciato a drogarsi.

Lo studio di LANCET fa discutere intanto. E non poco. Non solo perché dice l’esatto contrario di quanto affermino diversi altre ricerche ma anche per l’elevatissimo numero di casi clinici “studiati”. Così succede che 150 medici mettano in discussione i risultati e chiedano la “revisione paritaria” che precede la pubblicazione. Forse, ma azzardo io che non ho master in microbiotica, vogliono capire meglio come cazzo sia possibile che dal 2020 la gente muoia e diventi pazza ad assumere un farmaco che si assume da 70anni senza morire e diventare pazzi. E sapete che succede? Il 4 giugno 2020 tre dei quattro firmatari (tra cui prof. Mandeep Mehra) ritrattano lo studio affermando di non poter assicurare la veridicità dei dati proposti. E così Lancet RITIRA lo studio, ma a nessuno viene in mente di parlarne, pubblicizzare il fatto e naturalmente reintrodurre la idrossiclorochina. Per sicurezza comunque qualche tempo dopo a Taiwan esplode la seconda più importante fabbrica produttrice del farmaco. Quando si dice: le coincidenze. E per fortuna sennò sai in quanti diventavano pazzi e poi si suicidavano?

IVERMECTINA

L’Ivermectina è un farmaco antiparassitario, già utilizzato per curare malattie tropicali gravi che si usa da oltre quarant’anni, ma salito all’onore delle cronache solo recentemente. D’altra parte chi si sognerebbe di combattere contro un virus con un anti-parassitario?

Evidentemente più esperti di quanto pensassimo visto che già nell’aprile del 2020 era citato in decine di sperimentazioni tra cui uno studio australiano della Monash University's pubblicato sulla rivista Antiviral Research. In questa sperimentazione questi buontemponi della medicina avevano l’ardire di asserire che l’ivermectina bloccasse la crescita dell'agente patogeno, eliminando tutto (TUTTO) il materiale genetico virale nell'arco di 48 ore. Ma in Australia si sa che il caldo da alla testa.
Oppure quello pubblicato nel gennaio 2021 sempre sull’ “Antiviral Research” ma condotto dall’Università di Liverpool secondo cui l’ivermectina neutralizzerebbe nel giro di 48 ore l’infezione da COVID nelle cellule. Secondo gli inglesi sarebbero diminuiti i ricoveri in ospedale, con tassi di sopravvivenza superiori all’83%. Ma si sa che in Inghilterra c’è freddo e mangiano pure di merda. 
Persino gli esperti dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria a Negrar di Valpolicella (Verona) si interessano all’Ivermectina e, secondo i test condotti, sarebbe efficace nel ridurre la carica virale del 99,99% in 48 ore in cellule coltivate in vitro e infettate da SARS-CoV-2.
Ma si sa che in Veneto bevono tutti come punkabbestia.

Ma c’è a chi tutte queste buone notizie causano spiacevoli flatulenze e, come al solito, parte la corsa al controstudio che certifichi ogni assenza di alternative alla nuova ostia benedetta della scienza. Tra questi una menzione menzione d’onore per il “Miglior Contromano scientifico 2021” va alla FDA. La Federal Drug Administration americana prima afferma, in una nota, che l’ivermectina causi pesantissimi effetti collaterali quali terrificanti vertigini, gravi perdite dell’appetito, debolezza o costipazione. Tutte cose che è un attimo che ti distrai e che finisci all’obitorio! Mica come le sciocchezze (quali miocarditi, tempesta citochinica, emorragie celebrali, trombosi, infarti ecc ecc) che possono capitare somministrando un innocuo siero non testato che sfiga vuole (ma è colpa del Covid) danneggi giovani ragazze affette da malattie rarissime che non sapevano di avere. Capita che in seguito la FDA debba tristemente ammettere, a fronte della pressione causata dalla succitata decina di studi, che l’ivermectina inibisce la proliferazione del virsus of Sars-Cov2.
Ma che voi non sbagliate mai?

Per non saper né leggere né scrivere, i 150 medici del Movimento Ippocrate, fondato da Mauro Rango decidono di utilizzarla per le cure domiciliari di cui si fanno promotori e che ha permesso loro di curare oltre 60mila pazienti con appena 7 decessi. (ehhh seee, bevete meno!). Dopo averla provata sui pazienti che si sono rivolti alle cure domiciliari organizzate dal movimento, Rango si spinge a dire (ma sicuramente soffre di gravi patologie psichiatriche non periziate) che l’Ivermectina interrompe completamente la replicazione del virus all’interno della cellula e che sia dieci volte più potente dell’Idrossiclorochina. Talmente potente che con 3 giorni si guarisce persino dalle nuove varianti e (addirittura) si guarisce anche se somministrata in seconda fase avanzata con soggetti che erano stati intubati e che i medici di Ippocrate hanno salvato con un sondino nasogastrico “illegale”, grazie all’aiuto di infermieri che hanno rischiato il posto di lavoro.Un uomo questo Rango, ricco, ricchissimo di immaginazione. E infatti il 4 marzo 2021 esce uno studio colombiano su 400 pazienti pubblicato su Jama, ma sbandierato da molti network di informazione come il sangue di San Gennaro, che “dimostra” che l’ivermectina non abbia esiti rilevanti sul Covid. Pazienza se questo studio ne contraddica altri dieci. La differenza è che questo è finanziato dalle più grandi case farmaceutiche del pianeta come Sanofi e Glaxo e quindi è normale che sia più attendibile degli altri.

Perchè in fondo l’unica cosa che conta è che venga assassinata la speranza così che la gente si convinca che l’unica alternativa sia un siero sperimentale che però (bisogna ammetterlo) possiede la dote rara di trasformarti in un supereroe della Marvel: Magneto.

Dopo l’annunciazione accorrono immediatamente anche gli evangelisti. Il 22 Marzo, EMA raccomanda di NON utilizzare ivermectina. AIFA si accoda come un buon cagnolino e speranza ha un torneo di burraco che lo impegna fino a notte fonda. Strano perché il Ministro della Salute della Repubblica Ceca, Adam Vojtěch , invece a Marzo 2021 introduce l’Ivermectina nel protocollo nazionale e i morti passano da 200 a 50 al giorno in poche settimane. Il solito bucio di culo. È speranza che è perseguitato dalla cattiva sorte. Per questo la suocera lo batte sempre a burraco. Ultimamente Mauro Rango ha testimoniato che l’ivermectina che stavano ampiamente utilizzando per le cure domiciliari stia scomparendo dal mercato e che sia costretto a farsela spedire per posta come un carbonaro. In Belgio sequestrano Ivermectina e radiano dall’albo i medici che la prescrivono per curare l’ “invincibile nemico”.
In Gran Bretagna pure, ma grazie a dio là stanno inoculando tutti col grandioso risultato che questa estate i contagi sono molto più alti dell’anno scorso nello stesso periodo.

E noi ci lamentiamo di speranza, eh.

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